Gela. Si è chiusa l’istruttoria dibattimentale nel processo antimafia scaturito dall’inchiesta “Tagli pregiati”. Gli interessi mafiosi al nord. A giudizio, ci sono ventidue imputati. Davanti al collegio penale del tribunale, presieduto dal giudice Lirio Conti, a latere Marica Marino e Silvia Passanisi, sono stati i collaboratori di giustizia Rosario Vizzini e Fabio Nicastro, ex esponenti di cosa nostra locale in Lombardia, a rispondere alle domande dei pm della Dda di Caltanissetta e dei difensori degli imputati. Vizzini e Nicastro hanno ripercorso le principali tappe degli affari di cosa nostra gelese nel nord Italia. Gli imputati sono accusati di aver fatto parte del clan Rinzivillo ma anche di estorsione ai danni di diversi imprenditori. Sotto la lente di ingrandimento dei magistrati finirono soprattutto i presunti interessi mafiosi nel trasporto carni e nei cantieri. A questo punto, si ritornerà in aula a gennaio. Spetterà ai magistrati della Dda nissena esporre le proprie conclusioni con le relative richieste a carico degli imputati. Parti civili sono le associazioni antiracket, compresa quella “Gaetano Giordano” rappresentata dagli avvocati Giuseppe Panebianco e Grazio Ferrara, oltre al Comune. Nel pool di difesa ci sono, tra gli altri, gli avvocati Giacomo Ventura, Flavio Sinatra, Maurizio Scicolone, Cristina Alfieri, Nicoletta Cauchi, Raffaella Nastasi e Adriano Falsone.