Gela. Un confronto vero e proprio, alla ripresa dell’attività istituzionale, non si è ancora tenuto. I progressisti devono capire come andare avanti e soprattutto se persistono le condizioni maturate lo scorso anno, quando prese piede l’intergruppo consiliare “Unità progressista”. In questi mesi, la strategia comune che era alla base dell’iniziativa politica ha subito diverse battute d’arresto. I tre consiglieri di riferimento, la grillina Virginia Farruggia, l’indipendente Paola Giudice e l’esponente di “Rinnova” Alessandra Ascia, non hanno mai dato segnali plateali di divisione ma le mosse in aula sono state spesso non concordate e la compattezza è venuta meno, a partire da quello che accadde per l’elezione dei componenti dell’Unione dei Comuni. In settimana, Farruggia ha sollecitato una verifica interna, ormai inevitabile. Il consigliere pentastellato ha interlocuzioni frequenti con i parlamentari locali del movimento. Sembra che i grillini non vogliano abbandonare la strada dell’alleanza progressista ma diversi aspetti vanno verificati. Da parte pentastellata, non sembra esserci un veto al dialogo con il Pd del commissario Arancio che invece non viene visto di buon occhio né dal gruppo di Giudice né dai dirigenti di “Rinnova”. Anche la chiamata del centrodestra, rivolta proprio ai civici di “Rinnova”, non ha affatto scaldato i cuori degli altri pezzi di “Unità progressista”. Se andare avanti, lo decideranno a breve. In consiglio comunale, nei prossimi mesi, ci saranno inoltre tappe importanti, anzitutto sugli atti finanziari. Anche da questo punto di vista, l’intergruppo non si sta dimostrando fermo su una linea univoca.
Lungo la scia delle possibili alleanze verso le amministrative del 2024, inoltre, c’è anche il capitolo dei rapporti con un altro gruppo civico, quello di “Una Buona Idea”. Ci sono stati atti e temi condivisi ma anche su questo versante il dialogo si è decisamente raffreddato mentre i civici che in giunta si rifacevano all’ex assessore Terenziano Di Stefano e in consiglio sono rappresentati da Davide Sincero e Rosario Faraci, vanno avanti nel loro progetto per la città, con o senza progressisti.