Gela.“I ragazzi stanno sempre sui social e da me vorrebbero solo soldi”. Sì, Domenico Dolce usa espressioni da boomer rendendosi protagonista di una non richiesta invettiva paternalistica contro i giovani siciliani.
Lo stilista che in coppia con Gabbana ha conquistato le passerelle di tutto il mondo, ha infuocato le polemiche di ferragosto attaccando proprio i giovani siciliani, dandogli la colpa di passare tutto il tempo davanti allo smartphone anziché cercarsi un lavoro.
Dolce ha parlato di “immobilismo”, affermando che “il problema è di noi siciliani”, un mix di “ignoranza e inciviltà” e“la mancanza di voglia di lavorare. Tutti si aspettano che io arrivi con una borsa piena di soldi” da distribuire alle persone. Insomma, niente di nuovo sotto il sole.
I giovani siciliani però non ci stanno e alzano la voce. Se tanti preferiscono passare la giornata sui social e cercare il guadagno facile tentando di diventare influencer attraverso i balletti su tik tok, un numero ben maggiore ogni giorno si rimbocca le maniche e va a lavorare, pur essendo sottopagati e sfruttati, spesso svolgendo mansioni che non gli competono. Tanti anche i giovani che contribuiscono al bilancio familiare.
Ben venga quindi la voglia di spronare i siciliani prendendo di mira l’immobilismo gattopardesco che alberga nelle anime di molti – dai politici sino alle nuove generazioni, perché non basta essere forte con i deboli – ma denigrare e insultare i giovani conterranei non può essere l’unica soluzione: qui non si tratta di fare elemosina ma di restituire qualcosa alla propria terra natia, investendo e costruendo insieme.
L’attacco ai giovani siciliani è stato commentato sui social anche dall’assessore locale allo sport, turismo e spettacolo Salvatore Incardona che si è detto fortemente dispiaciuto e che ha invitato lo stilista mondiale in un confronto e un workshop con i giovani gelesi a spese del comune che, ricordiamo al momento vive gravi difficoltà di bilancio. L’assessore sul post pubblicato sui social ha ricordato anche la campagna pubblicitaria che la nota griffe realizzò nella nostra città in un contesto di assoluto degrado e che fu mal accolta dalla cittadinanza. La maison internazionale scelse la piazza Mattei antistante al multi cinema Hollywood come set blindatissimo per quella che fu una delle collezioni più discusse.
Un’occasione persa per Gela che invece poteva uscirne decisamente in “veste migliore”, valorizzando i luoghi che tutta Italia ci invidia come “la spiaggia color della paglia” decantata da Salvatore Quasimodo.
Ha ragione Dolce i politici hanno poco da difendere anzi dovrebbero vergognarsi a mettere sempre davanti il colore della sabbia
Qualcuno autorizzo’ le riprese di quella campagna pubblicitaria in quell’area tutt’ora degradata
Sinceramente a me, dello spot più che altro mi fanno schifo gli abiti che hanno pubblicizzato, e gli strani individui che li hanno indossati.