Gela. L’omicidio dell’edile Francesco Martines? Non sarebbe stato il quarantottenne Angelo Meroni a sparare, uccidendolo. A sostenerlo, è l’avvocato Davide Limoncello, legale di fiducia dello stesso Meroni finito davanti al giudice
dell’udienza preliminare Fabrizio Molinari per rispondere, appunto, dell’omicidio dell’edile e del tentato omicidio di due parenti della vittima.
“Non è stato Meroni a sparare”, l’avvocato Limoncello, in questo modo, ha incentrato tutte le conclusioni presentate davanti al gup proprio sul fatto che gli spari sarebbero provenuti dalla pistola impugnata non dall’imputato ma dal minore G.C., a sua volta presente a bordo della Fiat Punto sulla quale morì Martines. Il ragazzo è figlio della convivente del presunto omicida. A supporto della ricostruzione, Limoncello ha utilizzato gli esiti della perizia balistica conclusa da esperti scelti con l’obiettivo di meglio analizzare le traiettorie dei proiettili esplosi durante quei frenetici minuti del dicembre di due anni fa in via Dell’Acropoli, a pochi passi dal palazzo di giustizia. Il nodo del contendere tra i due sarebbe stato il furto messo a segno dall’imputato e da alcuni complici nel cantiere gestito dall’azienda di famiglia della vittima.
Il difensore, inoltre, ha sottolineato la presunta incongruenza delle dichiarazioni rese, anche in fase d’indagine, dai parenti di Martines, presumibilmente finiti nel mirino dello stesso Meroni anche se, già due settimane fa, il pubblico ministero Serafina Cannatà ha chiesto l’assoluzione per l’imputato proprio rispetto all’accusa di tentato omicidio del fratello e del cugino dell’ucciso. Non fu Angelo Meroni, allora, a sparare colpendo Francesco Martines, il cui corpo venne successivamente abbandonato nelle campagne di contrada Piana del Signore?
Il pubblico ministero Serafina Cannatà, a conclusione della requisitoria svolta già due settimane fa, ha chiesto la condanna a quattordici anni di reclusione per Angelo Meroni che viene giudicato con il rito abbreviato. Durante l’intervento dell’avvocato difensore, comunque, non sono mancati momenti di tensione. Alcuni parenti della vittima, costituitisi parte civile con l’avvocato Flavio Sinatra, sono stati fatti allontanare dall’aula per impedire che potessero entrare in contatto con l’imputato presente in giudizio. Il giudice Fabrizio Molinari ha deciso di rinviare all’udienza del prossimo 17 luglio per eventuali repliche delle altre parti processuali e, probabilmente, per pronunciare la sua decisione.