Gela. Non è bastato nemmeno il decreto di restituzione emesso dal sostituto procuratore Lara Seccaccini a riconsegnare un megafono e i relativi accessori a Saverio Di Blasi. Erano stati i militari della Digos di Caltanissetta a della locale Uigos a sequestrare, l’8 giugno 2015, l’attrezzatura all’ambientalista presidente dell’associazione Aria Nuova perché accusato di avere disturbato durante un comizio elettorale, Angelo Fasulo, sindaco uscente e candidato del Partito democratico.
Lo stesso Di Blasi, che a sua volta aveva avanzato una sua candidatura a primo cittadino con la lista Trinakria, venne portato in commissariato dove in via preventiva gli agenti gli sequestrarono un megafono completo di batteria e del relativo zainetto.
Immediatamente dopo le elezioni amministrative Saverio Di Blasi per il tramite del suo legale, l’avvocato Antonio Ficarra, inoltrò una istanza di dissequestro direttamente al procuratore presso il tribunale di contrada Giardinelli ottenendo un decreto di restituzione del microfono e di tutti gli accessori che attualmente continua ad essere ignorato. Secondo l’ambientalista, accusato di promuovere in piazza Umberto comizi settimanali non autorizzati, “le forze dell’ordine hanno ignorato il decreto di restituzione – spiega Di Blasi – Sono stato costretto a presentare altri esposti per riavere il mio megafono e tutta l’attrezzatura”.
Di Blasi, dipendente comunale, è stato anche sospeso dal lavoro per sei mesi con l’accusa avere offeso personaggi pubblici durante i comizi in centro storico.
Il provvedimento disciplinare è stato emesso a settembre solo dopo che il dipendente aveva denunciato di subire mobing e presunti danni erariali al Comune. “Mi hanno inviato provvedimenti disciplinari – conclude Di Blasi – perché comizio fuori dagli orari lavorativi. Non capisco se vogliono colpirmi da dipendente, politico o ambientalista”.
