Bacino disponibilità, sindacati e Sicindustria aprono un percorso: si tenterà di ricollocare i lavoratori

 
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Gela. Un confronto per cercare di attivare un percorso che possa gradualmente condurre al rientro, nell’indotto di Eni, di tanti lavoratori del bacino di disponibilità. Sono molti, infatti, quelli rimasti fuori dal ciclo produttivo ma anche dal sistema della riqualificazione professionale che avrebbe dovuto essere alimentato nel processo post-riconversione. L’accordo di allora, nel tempo, ha trovato poche risposte. In settimana, su convocazione degli imprenditori di Sicindustria Caltanissetta, ora guidati da Domenico Lorefice, le organizzazioni sindacali hanno formalizzato nuovamente la richiesta di dare una collocazione, in base alle esigenze produttive delle aziende, agli operai del bacino di disponibilità. Le imprese che hanno risposto alla convocazione hanno deciso di valutare la lista e di procedere con le eventuali assunzioni, sulla scia delle attività da svolgere e delle qualifiche dei lavoratori. Adesso, tra gli operai del bacino ci sono anche gli edili che hanno deciso di dimettersi da Medi group construction, colpita da una grave crisi che ha determinato il fallimento. Medi group, attraverso il commissario nominato per coordinare le procedure, sta riprendendo i cantieri in raffineria, con l’attivazione dell’esercizio provvisorio.

Ci sono dipendenti che hanno deciso di non proseguire e di lasciare l’azienda. Da diversi mesi, le categorie di Cgil, Cisl e Uil e le strutture confederali, hanno avviato una fase di valutazione e raffronto con le organizzazioni datoriali e principalmente con Sicindustria. L’obiettivo è di non lasciare indietro tanti lavoratori locali. In più occasioni, i sindacati hanno lamentato la mancata attuazione degli accordi e la tendenza di molte aziende dell’indotto ad optare per assunzioni di operai esterni al bacino. Anche a seguito dell’incontro tenutosi in settimana, si intende invertire la rotta e si attendono passi concreti da parte delle aziende.

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