Ore 2.50 di una notte qualunque, boom! Brucia un’auto.
Ore 3.40 di una notte qualunque, boom! Ne brucia un’altra.
Ore 4.00 di una notte qualunque – più qualunque dell’altra – boom! Ne brucia un’altra. Poi un’altra. Ancora Un’altra. Ed è fuoco.
Bene, su questo mi pare ci sia poco da argomentare perché, se lo facessimo, cercheremmo di fare i dottorini dell’ovvio. Non c’è da argomentare, c’è da prenderne atto. Quindi, facciamolo!
Il “come” è la parte più difficile.
Ora, posto che è certo che le automobili non si diano fuoco da sole, suicidandosi. E’ anche certo che qualcuno barbaramente le fa morire dentro le fiamme. V’è da capire come fare per arginare questo dramma che sembra ci abbia avviluppati. E questo ce lo dovete dire Voi.
Una parte della politica locale intravede nell’esercito la soluzione. Un’altra parte, invece, chiama a sé nientepopodimenochè il concetto di danno all’immagine. In una città divorata dalle fiamme sembra quasi desueto e tragicomico. E io mi sento tremare dentro pensando alla carestia di acqua, come se questa insomma, non bastasse da sola come danno all’immagine!
Come se, quindi, il potenziamento delle forze dell’ordine per un fenomeno così fuori controllo (perché tale è!) dovrebbe farci preoccupare addirittura del possibile danno all’immagine che ne ricaveremmo. Tutto questo in una città dove gli abitanti, per esempio, ritengono ormai per consuetudine indotta dal Fato che l’unica forma di acqua esistente sia quella di Lourdes…a qualcuno, credo, sia già balenata l’idea di andarsi ad immergere.
Ora, supponiamo davvero che la presenza di controlli più frequenti sul territorio distolga i possibili investitori dal rimpinguare le nostre casse e la nostra economia e supponiamo anche che il “Signor Jhon”, uomo miliardario che ha voglia di investire, venga qui.
Sto facendo un grande sforzo a immaginare che qualcuno decida di investire qui, se non altro perché mancano i motivi dell’investimento che non sono i soldi del “Sig.Jhon”, ma sono piuttosto le possibilità che una città, “teoricamente” competitiva, offre all’investitore di turno.
Farò lo stesso un sforzo, tanto il Sig.Jhon non c’è e come se non bastasse dubito che da qui a qualche giorno si presenterà col bavero del cappotto alzato e il suo progetto per noi dentro la valigetta da businessman.
Ma facciamo finta che ci sia. Intanto, come spiegare al Sig.Jhon che la nostra città è costantemente, in maniera becera, incredibilmente senza acqua? Chi glielo spiega ad un investitore che questa città va solo a fuoco o a benzina, ma non va ad acqua?
Come spiegare, inoltre, che noi siamo anche quelli che vanno alla ricerca dell’immondizia e la fotografano manco fosse la Venere di Milo? Il Sig.Jhon, grande navigatore del web, avrà visto qualche volta le foto che- indignati certo – abbiamo postato senza pensare però che Noi in quel caso, risucchiati dalla psicosi virale di scovare l’immondizia, stavamo perpetrando un danno all’immagine della città.
E come lo spieghereste al Sig.Jhon che, mentre si intratteneva con Voi parlando del progetto, gli hanno bruciato la macchina o l’hanno rubata?
Insomma, a che tipo di danno vi riferite esattamente e quali sono esattamente le priorità?
Priorità, ecco qual è la parola chiave.
Non è danno, è priorità!
È una parola chiave per tutto. Se fa più businessman tradurla in inglese, lo faccio: priority.
Questa parola, per esempio, vale nell’amore, è con quella che si definisce il personale progetto d’amore di ognuno per l’altro; vale nel lavoro, è da quello che si percepisce da dove si intende iniziare per dar vita ad un progetto, da quale parte della lista si intende partire per riuscire; e mai come oggi, vale in politica, quella di questa città, perche è da quella che, più di tutte, si capisce da quale parte si intenda partire per tutelare e difendere.
Insomma, per fare in modo che la residenza riportata sulle nostre carte di identità non cambi più di quanto già, per alcuni, non sia cambiata. Priorità fa rima con civiltà. E’ il baluardo della sicurezza di una città che, più che investimenti, in questo momento chiede di non morire dentro le fiamme.
Io sono una gelese e voglio restare qui.