Gela. Un piano di riequilibrio che se trovasse il sì definitivo della Corte dei Conti andrebbe a sanare una situazione finanziaria di forte criticità determinatasi nel tempo ma senza che negli ultimi anni “sia mai stato fatto un lavoro certosino per risanare i disastri contabili di un ente che non applicava in maniera corretta i principi stabiliti per legge”. Il capogruppo di Fratelli d’Italia Vincenzo Casciana non ha condiviso gli atti finanziari portati in aula dall’amministrazione comunale, nell’ultima tornata appena conclusasi. Già quando era tra le fila dei pro-Greco si mostrò da subito molto critico. “Il piano di riequilibrio finanziario portato a casa dall’amministrazione dopo una lunga discussione viene visto dal sindaco Lucio Greco come un’ulteriore tappa, un passo in più nel cammino intrapreso contro il dissesto. Ottenuta l’adesione al piano di riequilibrio – dice Casciana – si hanno novanta giorni di tempo per deliberare e approvare il piano vero e proprio che dovrà poi avere il parere da parte della sezione regionale della Corte dei Conti. Quello che prevede il piano porterebbe ad una discussione non dissimile da quella che si avrebbe qualora si delineasse il dissesto. Se si discute del piano di riequilibrio, vuol dire che nei conti c’è qualcosa non in linea”. Il gruppo di Fratelli d’Italia, ad eccezione del consigliere Salvatore Scerra, non ha partecipato al voto sull’adesione al piano e non aveva comunque sostenuto il rendiconto 2021. Scerra c’era alla seduta e si è espresso per il no all’adesione. “Non si può votare qualcosa quando non lo si condivide nel merito e quando non arriva da un percorso lineare”, aggiunge Casciana. I meloniani, infatti, ricordano “i ritardi per il rendiconto 2021” ma anche l’assenza del rendiconto 2022 e del bilancio di previsione 2023-2025.
“Si tratta di una procedura viziata dal ritardo del consuntivo 2021 – aggiunge il consigliere FdI – ancora oggi non c’è traccia del rendiconto 2022 e del bilancio di previsione”. Per Casciana, inoltre, quello che si eredita oggi è frutto di una possibile carenza di controlli nel recente passato. “Il sospetto forte che emerge dalle valutazioni condotte dagli organi di controllo, dalla Corte dei Conti e dagli uffici finanziari del municipio – conclude – è che la prassi fosse quella di raggiungere l’equilibrio di bilancio per mezzo di irregolarità contabili”.