Gela. Questa mattina, il consiglio comunale torna a riunirsi per cercare di varare l’adesione al piano di riequilibrio. Questa volta, non dovrebbero esserci troppi ostacoli numerici, anche se di scontato non c’è nulla. Il sindaco Lucio Greco continua a perorare la causa del piano. “La scelta tra il piano di riequilibrio finanziario e dissesto non è arbitraria. Il piano di riequilibrio ha innegabilmente molti vantaggi tra cui la conservazione dell’integrità dell’ente e la sua autonomia organizzativa che può avere importanti ricadute sulla cittadinanza. Il dissesto, insomma, dev’essere visto come l’extrema ratio, soluzione a cui ricorrere solo una vota effettuata un’attenta analisi sull’applicabilità tecnica del riequilibrio e averla scientemente valutata come non attuabile”, spiega Greco.
“È evidente – dice il primo cittadino – che la scelta di un piano di riequilibrio pluriennale rispetto alla dichiarazione di dissesto finanziario dell’ente comporti una serie di vantaggi e facilitazioni, partendo dal presupposto che le amministrazioni comunali, nel primo caso, mantengono in pieno le loro capacità e le competenze tipiche dei rispettivi organi. Vogliamo accennare alle maggiori implicazioni del dissesto rispetto al riequilibrio? La dichiarazione di dissesto comporta per l’ente una serie di conseguenze negative quali, limiti alla contrazione di nuovi mutui; limiti all’impegno delle somme previste nell’ultimo bilancio approvato con riferimento all’esercizio finanziario in corso; i pagamenti in conto competenza non possono superare un dodicesimo delle rispettive somme impegnabili; l’aumento, nella misura massima consentita dalla legge, delle aliquote delle tariffe di base delle imposte e delle tasse locali. E danni anche per le imprese creditrici del Comune”. In questo modo, l’avvocato Greco sembra voler rispondere a chi, anche all’interno dell’assise civica, ritiene che il dissesto possa essere una soluzione maggiormente praticabile. Ieri, il capogruppo di Forza Italia Rosario Trainito ha criticato le scelte dell’amministrazione, indicando il riequilibrio come un passo legato al “solo ego del sindaco”.