Gela. Antonio Vizzini, operaio cinquantaquattrenne allora in forza all’azienda “Lorefice&Ponzio”, perse la vita in raffineria nell’aprile di due anni fa.
Arrivò morto all’ospedale Vittorio Emanuele. Venne schiacciato durante alcuni interventi condotti con l’impiego di una gru. I magistrati della procura hanno chiuso le indagini e, adesso, dovranno formulare le loro richieste. Il relativo avviso è stato notificato agli indagati ma anche ai familiari dell’operaio che lasciò moglie e due figli. Sono diversi gli indagati finiti al centro dell’attenzione dei magistrati della procura. Ci sarebbero responsabili dell’azienda alle cui dipendenze lavorava Vizzini ma anche tecnici Eni e un collega della vittima. I familiari del lavoratore hanno già da tempo scelto di costituirsi parte civile, per il tramite degli avvocati Riccardo Lana, Dionisio Nastasi e Giuseppe Ferrara che hanno seguito, fin dall’inizio, tutte le fasi del procedimento. Antonio Vizzini perse la vita dopo un gravissimo incidente nell’area della centrale termoelettrica della raffineria Eni di contrada Piana del Signore. L’azienda era incaricata di effettuare il sezionamento della caldaia quattro. Una manovra della gru utilizzata, però, si sarebbe rivelata fatale per l’uomo che arrivò, oramai privo di vita, all’ospedale Vittorio Emanuele. Non è da escludere che i pm possano chiedere il rinvio a giudizio degli indagati.