Gela. Circa centoquaranta in appena sei mesi: a tanto ammontano i destinatari di provvedimenti d’arresto eseguiti dagli agenti di polizia del commissariato di via Zucchetto e dai carabinieri del reparto territoriale.
Nella maggior parte dei casi, si tratta di arresti messi a segno in flagranza di reato. Non mancano, comunque, neanche i provvedimenti d’esecuzione pena diventati definitivi dopo la pronuncia dei giudici del tribunale.
Numeri elevati messi in luce, durante la conferenza stampa successiva all’operazione “Musa”, dal procuratore capo Lucia Lotti.
“Un’altra prova – dice il magistrato – del lavoro fatto non solo a Palazzo di giustizia ma anche in commissariato e alla stazione dei carabinieri del reparto territoriale. Un lavoro fatto, principalmente, in silenzio”.
I numeri, quindi, parlano chiaro: da luglio ad oggi, gli arresti sono scattati per furti, spaccio di droga e rapina.
Questi, infatti, si confermano reati costantemente messi in atto, legati alla volontà di fare cassa con i proventi acquisiti. Non è un caso, quindi, che proprio negli ultimi mesi l’allarme sociale, tra i quartieri della città e non solo, sia sempre più alto.