Gela. Una “riflessione” su un evento che cambiò drasticamente le sorti della storia italiana e mondiale. La propone l’attuale ministro della protezione civile e delle politiche del mare Nello Musumeci. L’ex presidente della Regione ha scelto la città per presentare il suo saggio “La Sicilia bombardata”. Nel corso del dibattito pubblico, tenutosi al “Tripico Med” sul lungomare, Musumeci ha dialogato con i giornalisti Giovanni Marinetti e Giuseppe Ardica. Dall’analisi condotta, per Musumeci lo sbarco alleato non fu un’azione sostenuta dalla popolazione che invece si vide quasi invadere un’altra volta. Così, ha lanciato diversi approcci storici anche su quanto avvenne in quei giorni e sul sangue versato tra i civili. Ad assistere, c’erano diversi esponenti del centrodestra locale, dal gruppo di Fratelli d’Italia al sindaco di Niscemi Massimiliano Conti, oltre al parlamentare Ars Giuseppe Catania. Sono giunti il sindaco Lucio Greco e l’assessore Salvatore Incardona. Inevitabile qualche valutazione sui temi locali. Per Musumeci la città deve essere del tutto “riconvertita”, così da riscoprire un’economia che tragga fondamento anche dalla storia e dal turismo. Non solo, dunque, il ciclo industriale.
Del resto, l’attuale ministro più volte sostenne questa convinzione quando era alla guida della presidenza della Regione. Ha ricordato il museo del mare. Non è invece entrato nel merito del tribolato porto rifugio, ancora insabbiato. Per il ministro, è una questione che va risolta nel rapporto tra la Regione e l’Autorità di sistema della Sicilia Occidentale. Per anni, nel corso della sua presidenza, sembrò che l’iter infinito potesse chiudersi. Ad oggi, non si intravvede il traguardo.