Gela. Nei prossimi giorni dovrebbe essere più chiara la sorte immediata del Pd locale. Le dimissioni del segretario cittadino Guido Siragusa sono arrivate al culmine di turbolenze continue e con una “guerra fredda” in atto tra il gruppo dirigente, che si rivedeva proprio in Siragusa, e aree dem che guardano all’ex segretario provinciale Peppe Di Cristina e al leader di “Progressisti e rinnovatori” Miguel Donegani. I vertici provinciali del partito, il segretario Renzo Bufalino e il presidente Massimo Arena, vogliono valutare la situazione e per ora non si sbilanciano, anche se in giornata hanno spiegato di non aver condiviso con Siragusa i contenuti della nota trasmessa per motivare l’addio alla segreteria. “Mi sono dimesso da segretario per le ragioni che confermo in pieno – ribadisce l’ex segretario – sicuramente, non lascio il partito. Penso che il segretario provinciale debba convocare un’assemblea. Io e gli esponenti che mi appoggiano ci saremo. Ritengo che nel caso di commissariamento, dovrà essere scelto un commissario che rispecchi la linea della Schlein, per il rinnovamento del partito. E’ quello che stavamo facendo, nonostante ci fosse chi remava contro”. Siragusa e il gruppo pro-Schlein non sembrano affatto intenzionati a lasciare campo libero allo zoccolo duro dem, sconfitto di misura alle primarie. L’ex vicesegretario Licia Abela ha sostenuto in pieno le ragioni esposte da Siragusa. “Paura dell’assemblea? Non vedo perché dovrei temere il confronto. Del resto, abbiamo già vinto alle primarie e penso di poter vincere anche a briscola in cinque – continua Siragusa – anche noi avremo voce in capitolo nell’elezione del nuovo segretario. Vedremo come andrà a finire”.
Le dimissioni sono state il passo per scuotere ulteriormente il partito, ormai scenario della corsa nella quale si sono innestate le correnti. Siragusa, però, non alza bandiera bianca e anche gli altri pezzi del centrosinistra locale studiano con attenzione ciò che accadrà in casa democratica. In questi mesi, la costruzione del cantiere progressista è stata condotta proprio interfacciandosi con il segretario dimissionario e con i dirigenti della sua area politica.