Terremoto Pd, Siragusa lascia: “Di Cristina tracotante, comportamento Donegani disdicevole”

 
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Guido Siragusa

Gela. Il Pd cittadino rimane senza il vertice. Il segretario locale Guido Siragusa ha da poco presentato le proprie dimissioni. Lo ha fatto mentre oggi era fissata l’assemblea del partito. Il segretario lascia al culmine di un percorso che ha voluto condiviso e teso a costruire un nuovo centrosinistra, soprattutto insieme al Movimento cinquestelle. Per Siragusa, non ci sono le condizioni per andare avanti. Il deficit che si porta dietro il gruppo locale è individuato nell’azione “arrogante e tracotante” dell’attuale componente della direzione nazionale Peppe Di Cristina. Inoltre, il segretario dimissionario indica come “disdicevole” il comportamento dell’ex parlamentare regionale Miguel Donegani, fondatore del movimento “Progressisti e rinnovatori”. Il capitolo delle correnti è tra quelli che in questi mesi hanno messo in crisi i rapporti interni. Siragusa ha inoltrato le dimissioni alla segreteria nazionale e a quelle regionali e provinciali. Fa un iniziale excursus del partito ereditato. “Quando ho accettato di ricoprire il ruolo di segretario comunale, pur conoscendone le difficoltà, avevo ben chiaro che l’obiettivo da perseguire, fosse quello di rendere questo partito aperto, appetibile oserei dire, scalabile per usare una frase tanto cara alla nostra segreteria nazionale, che si fregia di ribadire che chi lo vuole può puntare ad essere parte attiva del nostro partito, senza necessariamente vantare importanti
parentele o far parte di quella schiera di personaggi, che vivono il loro impegno in politica come un contratto a tempo indeterminato a prescindere dai risultati raggiunti nella loro lunga attività politica , e soprattutto, dal grado di empatia con l’ elettorato. Ho ereditato la guida di un partito che nelle precedenti elezioni comunali aveva raggiunto e superato dei pochi decimali la soglia del cinque per cento, portando la sua rappresentanza da sei a due consiglieri comunali, praticamente un disastro. Non sono andate bene neanche le elezioni regionali e nazionali che hanno visto Il Pd gelese, non svolgere alcun ruolo nella scelta dei candidati, e questo nella perversa logica che a decidere per Gela dovesse essere una ristrettissima cerchia di persone direi appena due. Pur non volendo far processi a chicchessia, mi sembra doveroso porre la verità come elemento centrale delle mie considerazioni. Ed invero, con la sconfitta alle regionali, sono emerse tutte le debolezze, trasformate in arroganza e tracotanza dell’ex segretario provinciale Peppe Di Cristina. Tralascio i puerili tentativi di volere scaricare al Pd gelese i motivi della sua sconfitta , anche se qualche brevebreve considerazione va fatta, a Gela il 30 per cento dei voti espressi alla lista non sono andati al cosiddetto candidato locale, e i voti di lista sono sovrapponibili alle precedenti elezioni regionali, inoltre fatto non trascurabile a Gela prima città della provincia, il Pd non esprimeva alcuna candidatura per le nazionali e quindi non vi e stato alcun effetto traino nazionali-regionali”, si legge nella missiva inviata da Siragusa. L’addio alla guida del partito è condensato inoltre nell’ammissione di un’incapacità a livello locale di andare oltre il peso di “cacicchi e capi bastone”. Chiaramente, Siragusa riporta quello che era stato il monito del segretario Elly Schlein al momento della sua elezione. Siragusa e i dirigenti a lui più vicini hanno sostenuto la volontà di “riformare” il Pd. “Abbiamo vissuto un momento di esaltazione, quando abbiamo creduto al messaggio dell’attuale segretaria nazionale, “estirpiamo i cacicchi e i capibastone”. Purtroppo le cose sono andate diversamente, ed infatti, pur avendo vinto le primarie, a tal proposito mi fa piacere rendere pubbliche le parole proferite da un parlamentare nazionale la notte dello spoglio “è più eclatante la vittoria della Schlein a Gela che in Italia”. Vittoria ottenuta con l’indispensabile supporto del Comitato Elly costituito dai compagni Licia Abela, Maria Ferrara, Tiziana Iozza, Peppe Favitta e Giovanni Ferro. Come tutti sanno i cacicchi e i capibastone pur avendo perso, si sono ritrovati entrambi ed a vario titolo negli organi nazionali, Di Cristina eletto alla direzione nazionale con settanta voti congressuali in tutta la provincia e Donegani che fingendo di votare la Schlein, votava Bonaccini con un’operazione degna del migliore Totò riusciva ad indicare la compagna Caizza nelle liste della Schlein, e chi aveva sostenuto lealmente e coraggiosamente la Schlein fuori. Questo passaggio, sottovalutato da molti, ha vanificato il lavoro del Comitato Elly, che tanto si era prodigato per riportare nei gazebo importanti esponenti della Cgil, di Arci, del mondo del volontariato laico e cattolico, giovani, ma soprattutto tanti ex democratici, tutti convinti che il loro voto avrebbe finalmente aperto il Pd. Da qualche giorno ho lavorato insieme al consigliere Orlando , pur nelle più ardue difficoltà per cercare di costruire un’alleanza di centro sinistra, che portasse il Pd fuori dall’isolamento in cui da anni vive nel declino. Purtroppo, ho dovuto fare i conti con chi pensa che i candidati sindaci si decidono nei bar avendo la faccia tosta di pensare che il resto del mondo sia costituto da imbecilli e creduloni. Sull’argomento voglio essere chiaro: è intollerabile costruire movimenti politici, essere nel contempo dirigente del Pd, la mattina ti presenti come esponente di spicco di quel movimento e il pomeriggio ti atteggi a dirigente del Pd. E’ oltremodo disdicevole che tale comportamento di Donegani, sia supportato, anzi forse ispirato dal componente della Direzione Nazionale del Pd Peppe Cristina che qualcuno definisce “il massimo esponente del Pd gelese“, continua nella missiva.

Siragusa continua in una disamina che fa emergere le troppe contraddizioni di alcuni esponenti di rilievo del partito locale. “In questi mesi abbiamo assistito a continue ed imbarazzanti apparizioni televisive del componente della direzione nazionale finalizzate certamente ad indebolire l’azione politica della segreteria ed a vanificare qualsiasi ipotesi, oggi ancor lontana, di accordo con le altre forze del centro sinistra. E’ intollerabile che sempre Di Cristina, organizzi a Gela una manifestazione politica alla presenza del segretario regionale, ideata e voluta per dimostrare quanto sia insignificante la figura del segretario cittadino e con il chiaro intento di isolare proprio il gruppo che aveva osato sfidarlo e batterlo alle primarie. Ritengo indispensabile chiarire una questione di fondo che non riguarda la gestione del partito o i rapporti personali tra iscritti, ma il ruolo che alcuni esponenti vogliono esercitare nella dinamiche del partito. Non ritengo percorribile ipotesi che continuino a prevedere il non rispetto della volontà manifestata dal popolo delle primarie, non essendo più sopportabile che si continui ad esercitare pressione sull’opinione pubblica, approfittando di ricoprire un ruolo assembleare che nulla ha a che fare con le dinamiche locali, con il solo fine di demolire, anzi direi di costruire velleitarie proposte già preconfezionate, fondate solo su ambizioni personali, con lo scontato risultato di isolare il Pd dal contesto del centrosinistra che, a mio modo di vedere, rimane l’unico obiettivo da perseguire. Per quando mi riguarda pur nel massimo rispetto degli iscritti di questo partito, ritengo inutile qualsiasi incontro se non interviene da parte della segreteria provinciale un chiarimento sul ruolo che attualmente esercita il componente della direzione nazionale Di Cristina. Pensare di potere affrontare una discussione costruttiva con chi pensa di essere, insieme a pochissimi, il padrone del partito, o peggio ancora di essere, senza mai averlo dimostrato sul campo, il leader a cui inchinarsi e a cui tutto è permesso è assolutamente improponibile. Tutto questo va in contrasto con i valori fondanti del partito e soprattutto confligge con gli interessi dello stesso, essendo il rispetto dei ruoli fondamentale, in un partito organizzato come il nostro, che, oggi, proprio a causa di una continua e non giustificata azione di disturbo avviata da Di Cristina nel Pd gelese, quale segretario mi costringe ad intraprendere un’azione decisa”, conclude la missiva. Siragusa, che comunque rimane nel partito, invita anche la segreteria provinciale “ad intraprendere azioni tendenti a ristabilire le regole ma soprattutto a creare le condizioni affinchè il partito riesca ad emanciparsi da personaggi interessati solo a tutelare i loro destini personali”. Infine, ringrazia l’ex parlamentare Ars Giuseppe Arancio e il consigliere comunale Gaetano Orlando, indicati come “veri uomini di partito”. Richiama inoltre i giovani democratici che si sono avvicinati e i componenti del comitato per Elly Schlein, oltre ai membri della direzione locale. Siragusa si congeda ma apre uno sfondo decisamente preoccupante per le sorti del partito locale.

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