Gela. Il patto di acciaio tra pro-Greco e “responsabili”, per blindare i tre consiglieri da destinare all’Unione dei Comuni, inciampa alla prova d’aula e ne approfitta il centrodestra della sfiducia, che di fatto ha affondato l’eventuale rappresentanza del gruppo del sindaco. Nell’organo politico dell’Unione, avviata per i finanziamenti della programmazione 2021-2027, vanno il forzista Carlo Romano, il civico Rosario Faraci e la progressista Paola Giudice. Alla fine, hanno votato solo i consiglieri di centrodestra e i progressisti. Sono rimasti fuori dall’aula, tra le fila dell’opposizione, proprio i civici di “Una Buona Idea”, che comunque un rappresentante lo avranno. Nel corso della seduta, dai toni decisamente accesi (c’è stato uno scambio verbale al limite tra i consiglieri Vincenzo Cascino e Rosario Faraci), sembrava scontato che passasse la griglia del patto pro-Greco-“responsabili”, con i consiglieri Marina Greco (“Un’Altra Gela”), Paola Giudice (progressista) e Rosario Faraci (“Una Buona Idea”). La griglia è stata bocciata con il voto segreto. Dodici no e undici sì, con una scheda nulla, hanno fatto saltare il banco. Almeno due consiglieri non di centrodestra hanno scelto di non appoggiare la griglia “blindata”. Nella feritoia si è subito inserito il centrodestra. Il consigliere Gabriele Pellegrino ha formalizzato la griglia dei nomi che alla fine ha avuto il via libera con undici sì e due no. Peraltro, il centrodestra è riuscito ad avere un voto in più rispetto alla soglia naturale della presenza in aula.
Le storie tese erano già preventivate ma ora si aprono nuove riflessioni anche nel rapporto tra i pro-Greco, che hanno lasciato l’aula senza partecipare al voto della seconda griglia, e una parte dell’opposizione “responsabile”, che a questo punto ha marcato il campo ottenendo rappresentanza nell’Unione dei Comuni ma certamente non sulla base di quello che sembrava un iniziale patto per isolare il centrodestra, che con colpo di reni finale ha strappato il “biglietto”, lasciando a mani vuote i pro-Greco. Sullo sfondo c’è l’ombra di qualche franco tiratore. Le previsioni, rafforzate dal voto compatto che si era concretizzato solo pochi minuti prima sulla modalità di scelta dei tre dell’Unione, sono quasi del tutto saltate.