Gela. In aula, verranno sentite le vittime delle presunte violenze e degli abusi, anche a sfondo sessuale, contestati all’operaio tunisino finito a processo davanti al collegio penale del tribunale.
I primi testimoni verranno ascoltati dai giudici. B.G, da anni residente in città, è accusato di aver abusato sessualmente di una delle figlie della nuova moglie e di aver sottoposto a violenze fisiche la stessa consorte. L’uomo, da alcuni mesi ai domiciliari con un permesso per svolgere attività lavorativa, è finito a processo. Il dibattimento si è appena aperto davanti al collegio, presieduto dal giudice Miriam D’Amore, a latere Ersilia Guzzetta e Tiziana Landoni. Difeso dall’avvocato Davide Limoncello, ha sempre escluso di aver abusato della figlia della nuova moglie. Proprio la difesa, in estate, è riuscita ad ottenere un provvedimento che ha permesso all’operaio di lasciare il carcere di Enna, dove era recluso dopo l’arresto eseguito dagli agenti di polizia del commissariato, a conclusione dell’indagine partita dalle prime ammissioni delle vittime. La moglie e le figlie hanno però già fatto pervenire una lettera ai magistrati della procura nella quale ridimensionano i fatti. Si torna in aula a fine novembre.