Gela. Sei anni fa, a Settefarine, diversi colpi di arma da fuoco vennero esplosi verso un’auto, con a bordo tre persone. Non ci furono feriti, anche se i colpi, con arma modificata, arrivarono contro uno degli occupanti dell’auto. L’ipotesi iniziale di tentato omicidio, in appello venne derubricata in tentate lesioni aggravate, con una riduzione della pena imposta al giovane che fece fuoco, Ruben Raitano. Prima di quei fatti, però, secondo i pm della procura ci furono pesanti minacce e danneggiamenti a danno di familiari del giovane. Due degli uomini che erano nell’auto sono finiti a loro volta a processo per rispondere delle intimidazioni e dei danneggiamenti. Ci fu anche un’aggressione. Rosario Calabrese e Angelo Calabrese, in settimana, sono stati condannati a nove mesi di reclusione ciascuno. Nei loro confronti, il pm Pamela Cellura ha chiesto la condanna ad un anno di detenzione, ritenendoli pienamente responsabili di quanto accaduto. Pare che avessero agito per dissapori che erano maturati con il giovane che poi sparò. La difesa dei due imputati, sostenuta dal legale Davide Limoncello, ha fornito una versione diversa rispetto a quella della procura.
Alcune contestazioni che venivano mosse ai due sono intanto venute meno per il ritiro delle querele che erano state sporte. Il giudice Antonio Fiorenza ha comunque individuato la responsabilità di entrambi per i capi di imputazione ancora pendenti.