Gela. L’inchiesta, condotta dai pm della procura e dai poliziotti del commissariato, consentì di ricostruire anche le cause del rogo di una Ford, data alle fiamme nel luglio di quattro anni fa, in una zona a ridosso del lungomare Federico II di Svevia. La vettura veniva usata da una giovane ma era di proprietà del fratello. Si sarebbe trattato di una ritorsione proprio a danno della ragazza, per vicende sentimentali. Il fratello, questa mattina per il tramite dell’avvocato Angelo Cafà, si è costituito parte civile davanti al gup del tribunale. Il giudice ha dato l’assenso. Secondo le contestazioni, ad ordinare l’incendio fu Igland Bodinaku. Le fiamme sarebbero state appiccate, invece, da Vincenzo Scerra e Salvatore Cannizzaro, a loro volta imputati. Gli inquirenti, intanto, erano sulle tracce di presunti pusher, accusati di pizzare cocaina.
Così, sono in udienza preliminare anche Antonino Raitano, Salvatore Ardore, Nunzio Raniolo, Salvatore Placenti, Calogero Infurna, Juri Bekiri e Jessica Morello (quest’ultima sentita in aula ha escluso di aver mai avuto contatti con gli altri imputati e per la difesa si sarebbe trattato di un errore di persona). Dai legali di alcuni coinvolti sono arrivate eccezioni che il gup valuterà. In aula si tornerà ad ottobre. La procura aveva già formalizzato la richiesta di rinvio a giudizio per i dieci imputati. Sono difesi dagli avvocati Carmelo Tuccio, Giacomo Ventura, Davide Limoncello, Flavio Sinatra, Antonio Gagliano, Rocco Cutini, Francesco Enia, Adriano Falsone e Paola Carfì.