Gela. Alessandro Emmanuello continuerà ad essere recluso sotto regime di 41 bis, già prorogato diverse volte. La Corte di Cassazione, con motivazioni pubblicate, ha respinto il ricorso della difesa del boss cinquantacinquenne. Era stata impugnata l’ordinanza del tribunale di sorveglianza di Roma, che nel novembre dello scorso anno non accolse il reclamo di Emmanuello, finalizzato alla revoca del carcere duro. Per la Cassazione, sono da ritenersi del tutto valide le ragioni poste dal tribunale romano. Emmanuello, ormai detenuto da anni, viene ancora considerato esponente di primo piano del gruppo di Cosa nostra, in relazione all’omonima famiglia di mafia. Nelle motivazioni, i giudici di Cassazione scrivono di un “mancato mutamento del ruolo apicale del suddetto, considerata la mancata assunzione da parte di Emmanuello di comportamenti antitetici al clan”. Citano inoltre il tentativo di Emmanuello di costruire un canale con l’esterno, come emerse nell’indagine sull’avvocato Angela Porcello, poi condannata per fatti di mafia. Il comportamento tenuto dal fratello del boss Daniele Emmanuello, morto in un conflitto a fuoco nel 2007 mentre era latitante, è un altro aspetto che rafforza la decisione di confermare il 41 bis.
“Il comportamento inframurario tenuto dallo stesso, destinatario di rapporti disciplinari nel 2021 e segnalato per alcuni colloqui in cui esalta la figura di Salvatore Riina definendolo martire, a riprova dell’assenza di resipiscenza da parte di chi non risulta avere assunto alcun atteggiamento di distacco dal clan di riferimento”, si legge nell’ordinanza dei giudici capitolini. Già due anni fa, sempre la Cassazione aveva respinto un altro ricorso di Emmanuello, sempre teso ad ottenere la revoca del 41 bis. La difesa invece ha sempre spinto per rivedere le restrizioni imposte, escludendo che il cinquantacinquenne abbia ancora un ruolo nelle gerarchie di mafia.