Gela. “La linea politica assunta in questa fase dal gruppo consiliare del Pd è stata concertata e per me è quella migliore. Non ce ne potevano essere altre”. Il segretario cittadino del Pd Guido Siragusa rivendica il percorso di “responsabilità” seguito durante i lavori d’aula e che sta garantendo i numeri all’amministrazione, anche per atti cruciali. Nessun ripensamento, seppur all’interno del partito locale c’è chi, come l’attuale componente della direzione nazionale Peppe Di Cristina, si è spinto a dire che la sfiducia l’avrebbe votata. “Nessuno ha votato contro la sfiducia – precisa Siragusa – abbiamo votato per il rinvio del dibattito sulla mozione perché abbiamo ritenuto che ci sono priorità per la salvaguardia della città. La situazione finanziaria è molto grave. Trovo invece non giustificabile politicamente che si vada a traino del centrodestra”. La guida del partito locale e Di Cristina, che il Pd l’ha condotto sia in città sia in provincia, sembrano piuttosto lontani da una convergenza di intenti. Già prima delle regionali dello scorso anno qualcosa è sembrato incrinarsi. “Le regionali non le abbiamo perse in città, dove nonostante le difficoltà siamo rimasti sui livelli delle precedenti consultazioni – aggiunge il segretario – le regionali sono state perse in provincia, senza troppe distinzioni. C’è stato un chiaro voto di opinione verso il partito. Evidentemente, la lista non era in grado di vincere”. Ancora una volta, Siragusa, che alle primarie ha sostenuto apertamente il segretario Schlein, espone una chiave di lettura dei “mali” del partito certamente non dello stesso tenore di quella avanzata da Di Cristina. Sfide interne non ne vogliono ma è ormai lapalissiano che ci sia qualcosa da chiarire. “L’assemblea la terremo entro questo mese – precisa Siragusa – ma non perché ci sia qualcosa da chiarire. L’avrei voluta convocare un mese fa ma i dirigenti regionali erano impegnati con la scadenza delle amministrative. Rimango convinto che il partito dovrà disegnare un’azione per il futuro. L’alleanza nel centrosinistra è imprescindibile. Dobbiamo costruire intorno ad un uomo o ad una donna, che sia il candidato a sindaco condiviso e abbia competenze per tirare la città fuori dalla crisi. Quando avvio iniziative per strutturare un’alleanza di centrosinistra non devo chiedere il permesso a nessuno. Cosa diversa sarebbe stata un’eventuale alleanza con forze di centrodestra, come invece è accaduto quattro anni fa. A meno che il problema non sia proprio il segretario”. Siragusa è sempre stato tra i sostenitori dell’alleanza progressista, con i grillini e le forze civiche che ci staranno. Altre opzioni non sembrano percorribili. E’ comunque preoccupato per l’andazzo dei conti del municipio. “Il rendiconto 2021 è stato approvato ma c’è una massa di disavanzo enorme – dice ancora – non ci saranno altri termini per presentare i correttivi e arrivare al voto dello strumento finanziario. Serve chiarezza”. I dem, questo è ormai acclarato, valuteranno con attenzione il rendiconto e lo faranno insieme ai progressisti e ai civici.
Siragusa rilancia i capisaldi per un Pd che possa farsi sentire anche alle urne del prossimo anno. “La volontà della Schlein è di assicurare piena partecipazione a tutti – conclude – il Pd non può essere il partito di un’elite. Va superata l’autoreferenzialità. Il Pd non è una questione di famiglia. Non basta avere il numero di telefono di un parlamentare nazionale. La gente è convinta che nel Pd sia tutto già stabilito e dobbiamo invertire la rotta nonostante quello che pensa qualche dirigente. Se non sarà così, il partito sarà destinato a fallire. Nel partito bisogna misurarsi per avere un ruolo, questo vuole la Schlein. Bisogna confrontarsi ad armi pari. Glielo faranno fare? Da quello che dice qualche parlamentare nazionale che è venuto anche a Gela, non mi pare vogliano consentirlo. Si ritiene che questo partito debba essere di pochi. Se non torneremo a scegliere i candidati nelle varie competizioni elettorali, questo partito non crescerà. Non ci possono essere mediazioni. Il partito locale deve aprirsi al suo mondo, alla Cgil, al sindacato, alle classi produttive ma anche ai più in difficoltà. Questo partito non rappresenta più le istanze di chi è in difficoltà ma solo l’autoreferenzialità”. Ancora una volta, Siragusa fa capire di non avere alcuna intenzione di cedere il passo a chi nel partito pensa di strappare le “quote” di maggioranza.