Gela. Un presunto “duello”, con tanto di coltello a serramanico, nei pressi di un bar sul lungomare Federico II di Svevia. Parlano gli investigatori. A processo, per rispondere di tentato omicidio, c’è Salvatore Fusco. Per i magistrati della procura, sarebbe stato proprio lui ad accoltellare un parente. “Riuscimmo a ricostruire la vicenda – ha detto uno degli investigatori sentiti in aula – anche attraverso le intercettazioni scattate a seguito di un’indagine antimafia legata a presunti appartenenti alla stidda locale”. La vittima delle coltellate, stando a quanto emerso in aula, si sarebbe presentato sul lungomare al momento dell’arrivo dei carabinieri. “Era visibilmente ubriaco – ha detto uno dei militari presenti sul posto – aveva ferite soprattutto all’addome. Così, venne trasferito al pronto soccorso dell’ospedale Vittorio Emanuele”. I testimoni hanno risposto alle domande formulate dal pubblico ministero Lara Seccacini e dal difensore dell’imputato, l’avvocato Giovanni Cannizzaro. L’imputato ha sempre respinto le accuse, sostenendo invece di essersi trovato davanti al parente e di avergli strappato dalle mani il coltello solo per difendersi. In aula, è stato sentito anche il medico in servizio al pronto soccorso al momento dell’arrivo del ferito. Intanto, il collegio penale presieduto dal giudice Miriam D’Amore, a latere Tiziana Landoni e Ersilia Guzzetta, ha assegnato ad un perito l’incarico di trascrivere le intercettazioni al centro dell’indagine, principalmente quelle registrate durante i dialoghi in carcere tra l’imputato e i familiari.