Bologna. Tra i punti nodali dell’accordo di programma stilato dall’amministrazione comunale, nel tentativo di definire gli investimenti alternativi a quelli di Eni, c’è sicuramente l’hub per il gas naturale liquefatto.
“Seguire Augusta, Catania e Pozzallo”. Un punto rilanciato dal vice sindaco Simone Siciliano anche davanti ai manager dei gruppi italiani più importanti del settore e all’ex ministro dell’ambiente Corrado Clini. Siciliano, infatti, ha partecipato al dibattito organizzato dal Consorzio reti gas, che ha scelto la fiera di Bologna per chiamare a raccolta i principali attori di questo mercato, pronto a riservare sviluppi a breve termine. Le nuove normative in materia di trasporti, sia navali che terrestri, prevedono il passaggio dai carburanti tradizionali allo stesso gnl. “L’amministrazione comunale da un anno cerca di chiudere il cerchio per collegare l’area locale a quella dei porti di Augusta, Catania, Siracusa e Pozzallo – ha spiegato – Gela si ritaglia il ruolo dell’unico porto industriale esistente in Sicilia, un porto che ha tutto ciò che serve e può giocarsi un importante spazio nelle riconversione dual fuel e nel gnl. Ci sono varie opzioni. Ora, la domanda non è dove fare gli hub, ma quando farli. Stiamo operando affichè Gela diventi un polo di riferimento”. In base ai dati illustrati, in città e nel comprensorio, sono stati persi circa cinquemila posti di lavoro nel’arco temporale ricompreso tra 2012 e 2014. L’ex ministro Corrado Clini, docente alla Tsinghua University di Pechino, ha spiegato che “a Parigi si è decisa la riduzione dei combustibili da qui al 2040. Dovremo passare dall’86% attuale a più o meno il 50% entro il 2040 nell’uso di combustibili fossili. Dovremo stare nello scenario che si chiama Energreen, molto impegnativo perché comprime il ruolo dei combustibili. Però il contesto globale mette in chiaro che c’è una forte competizione tra i combustibili. Il ruolo del carbone è messo in discussione da Cina e Stati Uniti, da questi ultimi con lo shale gas; il ruolo del carbone potrebbe essere messo in discussione dall’India, se questa si approvvigionerà soprattutto di gnl. Quello che si presume è una forte crescita dell’offerta di gnl a scapito di olio e carbone, dove il gnl può essere utilizzato per la generazione di elettricità”.