Gela. Un anno e mezzo di reclusione dopo aver preso di mira lo stabilimento del gruppo Missuto, in contrada Sabuci. Cade l’accusa di rapina. Il giudice dell’udienza preliminare Veronica Vaccaro ha emesso il proprio verdetto nei confronti di Gaetano Davide Alfieri e Alessandro Frasca. Entrambi erano stati arrestati, lo scorso febbraio, dai carabinieri intervenuti sul posto dopo la segnalazione dell’imprenditore Emilio Missuto e dei fratelli, titolari dello stabilimento per la produzione di inerti. In base alle accuse, i due imputati, giudicati con il rito abbreviato, avrebbero deciso di violare l’area dello stabilimento per rubare rame e ferro. Gli imprenditori denunciarono anche di essere stati aggrediti non solo dai due imputati ma anche da altrettanti presunti complici, la cui posizione verrà definita in un altro procedimento. I difensori di Alfieri e Frasca, gli avvocati Salvo Macrì e Nicoletta Cauchi, però, sono riusciti a dimostrare che, in realtà, i loro assistiti non organizzarono una rapina ai danni degli imprenditori, come contestato dai magistrati della procura. Si sarebbe trattato, invece, solo del tentativo di portare via materiali dagli impianti. Le difese, inoltre, hanno sollevato diversi dubbi rispetto all’intera ricostruzione della vicenda. Nella colluttazione, successiva all’arrivo dei titolari dello stabilimento, proprio gli imputati avrebbero subito ferite. Le richieste arrivate dai magistrati della procura erano più pesanti, ovvero tre anni e mezzo di reclusione per Gaetano Davide Alfieri e due anni e quattro mesi per Alessandro Frasca. Alla fine, però, il gup ha emesso un verdetto più mite. Gli imprenditori, proprietari dello stabilimento di contrada Sabuci, avevano già deciso di costituirsi parte civile.