Gela. Respingono le accuse, ribadendo l’assoluta correttezza delle procedure amministrative adottate nella pratica che condusse al cambio di destinazione d’uso di un capannone, realizzato lungo la statale 117 bis Gela-Catania.
L’ex funzionario esclude anomalie. Adesso, in quella struttura, è stata ricavata una vasta attività commerciale. I magistrati della procura ipotizzano l’abuso d’ufficio. Sono quattro gli indagati, finiti davanti al giudice dell’udienza preliminare Paolo Fiore. Proprio uno di loro, l’ex dirigente e direttore generale di Palazzo di Città Renato Mauro, ha chiesto di essere sentito dal gup e dal pubblico ministero Eugenia Belmonte. L’ex funzionario comunale ha ribadito che la procedura di sanatoria venne completata senza alcuna anomalia. L’immobile, realizzato con fondi ministeriali, è stato al centro di verifiche, effettuate anche dagli ispettori inviati da Roma. Stando ai difensori, tutti gli accertamenti avrebbero dato esito positivo, escludendo qualsiasi violazione delle norme legate alla concessione dei contributi ministeriali. In tal senso, sono stati presentati diversi documenti che attestano la copertura di tutti gli oneri concessori. Tra gli indagati, ci sono anche il proprietario dell’immobile, uno dei tecnici che si occuparono delle procedure e un responsabile della società Politecnia, che per conto del Comune gestisce le pratiche di sanatoria edilizia. A questo punto, si tornerà davanti al gup a fine gennaio. Nel pool difensivo, ci sono gli avvocati Antonio Gagliano, Giacomo Ventura e Giovanni Bruscia.