“Mutata arma”, pena ridotta a Biundo: nell’altro giudizio per tre chiesta conferma condanne

 
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Gela. La Cassazione annullò in due diverse occasioni, sempre su ricorso della difesa di Salvatore Graziano Biundo, che fu coinvolto nell’inchiesta “Mutata arma”. Cadde anzitutto l’aggravante di aver agevolato la famiglia di Cosa nostra e successivamente anche le contestazioni sui presunti reati di spaccio di droga. A conclusione di un percorso giudiziario molto lungo e complesso, questa mattina la Corte d’appello di Caltanissetta, nel giudizio ter, con indicazioni analoghe giunte dalla procura generale, ha disposto un’ulteriore riduzione dell’entità della condanna per Biundo, a sei anni e sei mesi di reclusione. Sono stati definitivamente esclusi i reati di spaccio. Rimane confermata invece una partecipazione all’organizzazione ma senza la finalità mafiosa. Inizialmente, in primo grado, a conclusione del giudizio abbreviato, gli vennero imposti dieci anni di detenzione. Il difensore, l’avvocato Salvo Macrì, ha più volte agito nei vari gradi del procedimento, ottenendo due annullamenti in Cassazione, che hanno condotto alla riduzione dell’entità complessiva della pena.

La Corte d’appello nissena, sempre oggi, si è trovata a dover valutare altre richieste per vicende legate sempre alla stessa inchiesta. La procura generale, in quest’ultimo caso, ha però concluso per la conferma delle condanne imposte in primo grado, nel procedimento ordinario, ad Angelo Gagliano, Rosario Vitale e Massimo Castiglia. Nei loro confronti il collegio penale del tribunale di Gela dispose sei anni e otto mesi, ciascuno. Secondo le contestazioni, avrebbero avuto un ruolo nel traffico di sostanze stupefacenti, che gli inquirenti ritennero riconducibile alla famiglia di mafia dei Rinzivillo. Già in primo grado, però, i giudici non hanno riconosciuto la contestazione mafiosa, aspetto che ha portato a pene assai più limitate rispetto alle indicazioni dell’accusa. Questa mattina, la difesa di Gagliano, sostenuta dall’avvocato Maurizio Scicolone, è ritornata sui capi di accusa addebitati all’imputato. E’ stata respinta l’appartenenza di Gagliano ad un’eventuale organizzazione volta allo spaccio di droga. Anche rispetto ai singoli episodi, il difensore ha riferito che le sostanze nella disponibilità dell’imputato erano solo per un uso personale. A fine giugno, concluderanno i difensori degli altri imputati. Sono rappresentati dagli avvocati Flavio Sinatra e Francesco Villardita.

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