“Cleandro”, traffico di droga con contatti fuori dall’Italia: Cassazione conferma le condanne

 
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Gela. Un traffico di droga, con sponde anche fuori dall’Italia. I giudici della Corte di Cassazione hanno confermato le condanne per il boss Salvatore Rinzivillo, attualmente ristretto sotto regime di 41 bis, e per il gruppo di agrigentini che finì coinvolto nell’inchiesta “Cleandro”, una costola della maxi indagine “Extra fines”. I magistrati romani non hanno accolto i ricorsi dei legali dello stesso Rinzivillo e di Paolo Rosa, Ivano Martorana, Salvatore Gueli, Nicola Gueli e Mario Cassaro. La decisione rende definitive le condanne. Per Rinzivillo, difeso dal legale Roberto Afeltra, la pena è a vent’anni di detenzione. Diciotto anni ad Ivano Martorana, undici anni per Paolo Rosa, nove anni a Salvatore Gueli e Nicola Gueli (che furono assolti nei gradi precedenti dalla contestazione mafiosa) e infine quattro anni a Mario Cassaro (a sua volta già assolto dall’addebito di mafia). I pm della Dda di Caltanissetta e quelli romani concentrarono gli sforzi investigativi proprio intorno a Rinzivillo, considerato nuovo vertice dell’omonima famiglia di Cosa nostra con l’assenso dei fratelli ergastolani Antonio Rinzivillo e Crocifisso Rinzivillo. Martorana e Rosa furono indicati come riferimenti del boss, anche in Germania, dove avevano vissuto gli agrigentini.

Altri imputati sono a processo in un diverso filone del procedimento, avendo optato per il rito ordinario. Le condanne confermate dalla Cassazione, invece, riguardano la costola scaturita dalla scelta del rito abbreviato. I legali degli imputati hanno sempre escluso l’esistenza di un’organizzazione finalizzata al traffico di droga. Non sarebbero emerse certezze, in base alla loro linea, sull’effettiva strutturazione di un’asse della droga. Tra i difensori, ci sono gli avvocati Salvatore Pennica, Carmelo Lombardo, Angelo Picchioni, Lillo Fumo e Alfonso Neri.

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