Roma. L’ex presidente della Regione Salvatore Cuffaro è stato eletto neo segretario nazionale della Dc. Il congresso romano si è concluso in giornata e come era abbastanza prevedibile c’è stata l’acclamazione di Cuffaro, che ha voluto rifondare la Dc partendo dalla Sicilia. Presidente è stato eletto Renato Grassi mentre vicesegretario è Giampiero Samorì. Il partito sta cercando adesso di darsi una strutturazione nazionale. I cuffariani sono pienamente nel centrodestra e al congresso ha voluto partecipare il presidente della Regione Renato Schifani, che ha praticamente confermato gli assessori Dc nella sua giunta. Il binomio con Cuffaro sembra piuttosto solido. Ai lavori hanno preso parte i delegati locali. C’erano il coordinatore del partito Natino Giannone e l’ex assessore Giuseppe Licata. Hanno creduto fin dal primo momento nel progetto di Cuffaro, che ormai da tempo guarda alla città con molto interesse. Il partito era arrivato a stare nella giunta del sindaco Greco, fino a quando è stata formalizzata la scelta di uscire dal progetto del primo cittadino per confluire invece nel centrodestra, anche se le ultime vicende che girano intorno alla mozione di sfiducia qualche tensione la stanno creando con gli alleati e nel gruppo cittadino. Cuffaro, nel suo intervento, ha rivendicato i valori dell’area di centro. L’ex governatore è certo che lo spostamento “legittimo” del Pd a sinistra, la leadership di Berlusconi in Forza Italia che non potrà essere eterna e una fisiologica riduzione di consensi per la destra di Fratelli d’Italia, possano riaccendere l’interesse per il centro.
“Noi dobbiamo stare al centro – ha detto – mentre oggi sta prevalendo una destra-centro”. La linea di Cuffaro è pienamente sostenuta dagli esponenti locali della Dc.
I cuffariani con la decima firma alla mozione di sfiducia ne hanno accelerato l’arrivo in aula, anche se poi il consigliere del partito Vincenzo Cascino ha optato per il rinvio. Cercheranno di avere un ruolo importante in una futura coalizione di centrodestra con vista sulle prossime amministrative.
Bisognerà capire se gli ultimi accadimenti genereranno eventuali scossoni interni, a partire dalla reazione dell’ala più intransigente, certamente non entusiasta delle ultime strategie maturate intorno alla sfiducia.