Gela. Lo scorso anno aprì la sua campagna elettorale per le regionali proprio con la presenza in città dell’europarlamentare Caterina Chinnici, a sua volta in corsa per la presidenza della Regione. Oggi, il componente della direzione nazionale del Pd Peppe Di Cristina ne prende nettamente le distanze. Chinnici ha deciso di fare il “salto” nelle fila di Forza Italia. Per Di Cristina, si tratta di un pericoloso segnale di “trasformismo” che avanza e abbassa la soglia della “questione morale”. “Una donna premiata dal voto per le primarie dei gelesi e dei siciliani, candidata dal Pd che l’ha sostenuta con correttezza e lealtà perché ha creduto in lei e in un progetto di cambiamento per la nostra Sicilia. La stessa Chinnici – dice l’esponente dem – che dal Pd aveva preteso e ottenuto l’esclusione dalle liste, per le regionali, non solo di imputati ma anche degli indagati, adesso transita in Forza Italia, il partito di Berlusconi, di Dell’Utri e D’Alì. Il partito che vede indagati e condannati per reati gravissimi di mafia. Questa esperienza ci aiuti a riflettere e a ripartire dai circoli, dai militanti, dalle tante persone che non andranno mai a braccetto con la destra che tiene i busti di Mussolini nei salotti e con un governo che ha abbassato la tensione morale. A noi rimangono l’orgoglio, il compito, la coerenza, la responsabilità e l’impegno di continuare il percorso di una storia fatta di uomini e donne liberi”.
Di Cristina richiama invece l’alto esempio morale di Pio La Torre. Quarantuno anni fa, ucciso dai killer di mafia. “Oggi il ricordo di uomini come Pio La Torre assume una valenza maggiore poiché viviamo un momento storico critico con un governo nazionale e regionale che tentano di abbassare la soglia della tensione morale. Il trasformismo è diventata una regola e l’accettazione della stessa quasi naturale. Le istituzioni, in primo luogo la magistratura, sono sotto attacco in nome di un garantismo che dovrebbe difendere, secondo alcuni, solo i potenti. Allora – aggiunge Di Cristina – oggi ricordare Pio La Torre è un dovere non solo politico ma anche e soprattutto civile, morale, etico. Pio La Torre è stato un uomo che si può definire unico, immenso, di grande coerenza e di profondi ideali e valori, capace di compiere delle scelte senza mai scendere a compromessi. Un’intelligenza vera, completamente consapevole di come non possa essere disgiunta la lotta alla mafia e al crimine in generale da una precisa idea di società e di democrazia. Aveva chiara l’idea di questione morale. Un uomo che non ha avuto mai paura di scontrarsi con i poteri forti e che ha pagato con la vita il prezzo del coraggio e della sua coerenza”.