Gela. Il caso dei paventati trenta licenziamenti tra gli operatori dello storico Cnos Fap salesiano arriverà in consiglio comunale.
Il caso arriva in aula. A conclusione della riunione dei capigruppo, fissata dal presidente del civico consesso Alessandra Ascia, è passata la soluzione di un dibattito pubblico, probabilmente alla presenza dei vertici dell’istituto di formazione e dei sindacalisti che seguono la vicenda. Nel corso della riunione tenutasi a Palazzo di Città, sono stati Ugo Costa e Emanuele Romito, delegati sindacali, ad esporre l’emergenza che si continua ad attraversare tra le aule dell’istituto di formazione che, per decenni, ha garantito l’accesso al mondo del lavoro di centinaia di metalmeccanici e non solo. La drastica riduzione dei fondi regionali ma anche il cambio di rotta tra gli impianti della raffineria Eni che, fino a qualche anno fa, consentiva agli alunni formati al Cnos di potersi affacciare al mondo del lavoro, sono gli “ingredienti” di una vicenda sempre più complessa da risolvere. Prima, erano soltanto i ritardi nei pagamenti. Adesso, in bilico ci sono i posti di lavoro. Durante il confronto, però, i capigruppo hanno cercato di ottenere informazioni anche in merito alla gestione delle proprietà immobiliari dell’ente di formazione salesiano, a cominciare dall’area di contrada Passo di Piazza, donata dalla famiglia Aldisio e già pronta per essere data in affitto ad un’azienda locale del settore vitivinicolo, nonostante la presenza di diverse strutture utilizzate proprio dal Cnos Fap. Addirittura, si pensava, almeno inizialmente, ad una cessione definitiva. Richieste arrivate dagli esponenti della Lista Musumeci nna Comandatore e Vincenzo Cascino ma anche dall’indipendente Carmelo Casano.