Gela. La “svolta” impressa dal consigliere Vincenzo Cascino sta creando reazioni enormi negli ambienti del centrodestra locale. L’esponente cuffariano, che ha firmato la sfiducia apponendo la sigla decisiva per farla arrivare in aula consiliare, adesso chiede di aspettare e di dare all’amministrazione comunale la possibilità di approvare gli atti finanziari e i correttivi. La Dc, però, non è affatto in linea con quello che ha spiegato il consigliere. “Forse, è una sua riflessione – dice il coordinatore Natino Giannone – Cascino, martedì in aula consiliare, deve votare per la sfiducia. Non ci sono altre indicazioni. Il partito è compatto sulla linea che abbiamo già dato. Cascino ha firmato la mozione di sfiducia a seguito di valutazioni politiche che abbiamo fatto e non c’è nessuna decisione di concedere altro tempo all’amministrazione comunale. Il tempo è già stato dato e ancora oggi non ci sono nemmeno gli atti finanziari”. Giannone non pensa ad alcuna alternativa e non vuole affatto che il centrodestra vada incontro a spaccature che le parole di Cascino potrebbero generare. In serata, ci sono state diverse riunioni. Esponenti cuffariani come il consigliere comunale Gabriele Pellegrino e l’ex parlamentare Ars Pino Federico, che sono pezzi importanti del gruppo locale, non vogliono ambiguità.
L’hanno ribadito nel corso di un confronto piuttosto teso. A questo punto, se Cascino sceglierà la linea non concordata con il partito, potrebbe anche perdere la fiducia del gruppo dirigente. Pellegrino ha appena aderito ma se ci fossero sviluppi differenti, potrebbe rompere con i cuffariani. I vertici del partito non vogliono effetti collaterali che possano incidere sul futuro più immediato del gruppo. La scelta di Cascino ha spiazzato l’intero centrodestra locale che continua ad andare verso la sfiducia. Al consigliere toccherà decidere se stare con il partito oppure se intraprendere una direzione differente.
Il senso di responsabilità prevale sul destino della città, signor Giannone faccia fare ad altri la politica, questo è un momento delicato e lei sicuramente non è all’altezza di saper gestire bene il suo partito