Non ci sono nuovi frati, gli agostiniani lasciano Gela dopo 577 anni: nascerà dormitorio per poveri

 
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Gela. I frati Agostiniani lasciano Gela dopo 577 anni per “carenza delle vocazioni”. Non ci sono nuovi padri dell’ordine Agostiniano. Il convento sarà gestito gratuitamente dalla diocesi di Piazza Armerina che garantirà ogni attività, comprese le due feste di interesse religioso-storico-popolare di Santa Rita e San Giuseppe.

La struttura di piazza Sant’Agostino sarà gestita da don Lino Di Dio che lascerà la parrocchia del Carmine e realizzerà, al primo piano del convento, un dormitorio per poveri. Un altro importante tassello legato alla Piccola casa della Misericordia ospitata presso l’ormai ex orfanotrofio Regina Margherita e sempre in piazza Sant’Agostino capace di assistere circa 450 famiglie.

I locali del convento Agostiniano, destinati al dormitorio, saranno arredati in parte dai mobili già donati dai club service locali Lions club del Golfo, Kiwanis, Inner Wheel ed Soroptimist di Gela. Il Centro di spiritualità e di carità sarà inaugurato il 13 novembre a conclusione del Giubileo della Misericordia. 

Stasera, durante l’ultima celebrazione eucaristica officiata dai frati, padre Francesco Calleya e padre Giuseppe Ribaldone, sarà presente il vescovo monsignore Rosario Gisana. I due frati domani raggiungeranno le loro destinazioni rispettivamente, Cascia e Roma.

Il vescovo ha ringraziato l’ordine Agostiniano per il grande lavoro svolto in questi anni, per il servizio generoso nelle confessioni e nella guida spirituale e nella continuità delle tradizioni.  Padre Luciano De Micheli, provinciale dell’ordine Agostiania, che ha visitato personalmente la comunità gelese nel mese di luglio e oggi ha fatto arrivare il suo messaggio dall’Africa, ha deciso con il suo consiglio di stipulare per il convento una convenzione di venti anni con la Diocesi di Piazza Armerina. Insieme al comodato d’uso gratuito del convento, firmato dal vescovo e dal legale rappresentante della provincia Agostiniana, sono stati ceduti i beni inventariati della chiesa conventuale.

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