Gela. “Presi in giro da Eni, con un’amministrazione comunale che non vuole alcun dialogo”.
“Solo paroloni che non servono a niente”. Il deputato regionale Pino Federico prende le distanze non solo dalle scelte dei manager della multinazionale, che hanno deciso di tagliare l’investimento sulla piattaforma Prezioso K, ma sembra dire addio a qualsiasi ipotesi di dialogo politico con la giunta del sindaco Domenico Messinese. Una “bocciatura” al primo cittadino e ai suoi assessori era già arrivata in aula dal consigliere comunale forzista Salvatore Scerra, a fianco del deputato anche nel corso della conferenza stampa organizzata proprio per fare il punto della situazione intorno alla vicenda Eni. C’era anche l’altro consigliere comunale del partito Crocifisso Napolitano. “Il sindaco e il suo vice – ha spiegato Federico – usano paroloni anglosassoni per cercare di spiegare quale potrebbe essere il futuro economico di questa città. Fino ad ora, solo chiacchiere. Si parla tanto di un rilancio dell’asse portuale. Io, in verità, alla Regione, almeno fino ad ora, non ho visto passare neanche una carta che riguardi progetti di questo tipo”. Per il forzista, già presidente della provincia e attuale esponente del partito all’Ars, la soluzione passa proprio dai rapporti tra l’amministrazione comunale e l’Eni.
“Bonificare e restituire alla città le aree che non servono ad Eni”. “L’azienda deve bonificare e restituire le aree che non verranno più utilizzate – ha aggiunto – è ormai una presenza troppo ingombrante per questa città, garantendo peraltro occupazione ridotta ai minimi. L’amministrazione comunale non può appoggiare indiscriminatamente tutte le scelte di Eni. Purtroppo, il sindaco sta dimostrando, ancora una volta, di non avere alcuna capacità amministrativa. L’accordo di programma non si riesce bene a capire a cosa dovrebbe portare, l’intesa da sei milioni di euro per gli interventi al porto rifugio non si firma, il protocollo sugli investimenti viene cambiato di mese in mese, in base agli umori di Eni. E’ questa la programmazione che si vuole dare ad una città che sta perdendo centinaia di residenti e che vede gli operai dell’indotto sparsi per l’Italia e per il resto del mondo, pur di poter sbarcare il lunario?”.
“Patto per la Sicilia? Con chi è stato concordato?”. Il deputato forzista, in ogni caso, lancia messaggi non proprio idilliaci anche in direzione del presidente della Regione Rosario Crocetta, suo ex “alleato” politico. “Sono stati presentati decine di progetti finiti nel famoso Patto per la Sicilia – ha concluso Federico – ma con chi sono stati definiti? Mi sembrano progetti messi lì a macchia di leopardo, senza alcuna idea strategica per questa città. Non c’è stata alcuna concertazione. Tutto ciò accade anche con la giunta che ha scelto di tagliare fuori qualsiasi interlocutore, a partire dai deputati regionali del territorio. A questo punto, saremo noi a rivolgerci al governo e a convocare le parti a Palermo”.