Gela. Un ricorso tardivo quello presentato per conto dell’associazione sindacale “Unione Piloti” e che puntava alla dichiarazione di illegittimità del bando dello scorso anno per la copertura di un posto di aspirante pilota nella corporazione dei piloti di Gela. Il Tar Palermo si è espresso per “l’irricevibilità” dell’azione. In base alle richieste poste nel ricorso, i giudici amministrativi avrebbero dovuto annullare il bando “a causa della mancanza dell’intesa con l’Autorità di sistema portuale; per difetto di motivazione ed eccesso di potere, contestando, essenzialmente, la scelta effettuata dall’Autorità marittima di mantenere l’attuale assetto del servizio di pilotaggio operante nel porto di Gela in luogo di procedere all’abolizione della Corporazione dei piloti del porto di Gela, unificandola con quella dei porti di Porto Empedocle e Licata”. Tutte le parti interessate, ad iniziare dal Ministero delle infrastrutture e fino all’Autorità portuale della Sicilia occidentale, si sono a loro volta costituite nel procedimento, richiedendo che il ricorso venisse respinto. Un intervento ad opponendum è stato formalizzato dalla Federazione Italiana dei Piloti dei Porti e della Corporazione Piloti del Porto di Gela. Dopo aver valutato gli atti e la documentazione trasmessa, i giudici hanno spiegato che “Unione Piloti” avrebbe potuto agire per tempo, avendo “partecipato all’istruttoria avviata dall’Autorità marittima al fine di valutare la sussistenza dei presupposti per l’indizione del concorso pubblico”. Già nel febbraio dello scorso anno, l’associazione sindacale si era espressa in maniera contraria. Per i giudici palermitani del Tar, aveva tutti gli elementi per avviare un’azione giudiziaria.
“Era in grado di valutare, al momento della conoscenza legale del bando, non soltanto l’asserita attitudine lesiva dello stesso, ma anche dei motivi della sua presunta illegittimità, donde l’impossibilità di far decorrere il termine dell’impugnazione da un momento successivo a quello della pubblicazione del predetto bando”, si legge nella sentenza.