Gela. Niente piattaforma Prezioso K ma lo sfruttamento dei giacimenti Argo e Cassiopea attraverso una centrale a terra.
Niente piattaforma. E’ questa la novità che emerge dal tavolo di confronto sul protocollo di intesa del novembre di due anni fa. I manager di Eni, quindi, virano su un’opzione progettuale diversa. “La realizzazione dello stesso sistema, ma offshore – spiega il sindaco Domenico Messinese presente al vertice tenutosi al Ministero dello sviluppo economico – avrebbe generato eccessivi rischi ambientali. Così, lo sfruttamento dei giacimenti a terra garantirà impatto ambientale zero e maggiore occupazione per l’indotto. Non c’erano certezze, peraltro, che la componentistica per la piattaforma potesse essere realizzata in città”. A questo punto, però, non è da escludere un tavolo tecnico tra le parti per comprendere quali effetti avrà la scelta di Eni sull’ammontare complessivo degli investimenti da quasi due miliardi di euro. La gran parte delle coperture finanziarie, infatti, era prevista proprio per la piattaforma Prezioso K. “Non si possono perdere quote di investimento – spiegano i chimici di Filctem, Femca, Uiltec e Ugl chimici – l’azienda deve assicurare gli stessi importi, anche su progetti ulteriori. Per questa ragione, da subito, chiederemo una serie di tavoli tecnici. Va bene il rispetto e la tutela ambientale ma l’occupazione va assolutamente garantita. Ad inizio 2017 dovremo avere dati certi”. Al vertice, sono stati confermati gli investimenti rispetto alla realizzazione dell’impianto Steam reforming che dovrebbe essere il nuovo cuore della green refinery. “L’azienda ha assicurato, tra diretto e indotto – continua Messinese – occupazione per circa 1.200 operatori”.
Gli investimeti di Eni. “Le attività della green refinery – spiegano i manager di Eni in una nota ufficiale – avviate all’inizio del mese di aprile, procedono in linea con i programmi. Attualmente sono impiegate più di 150 risorse dell’indotto locale, per un totale di 80.000 ore lavorate, e si prevede entro fine anno di arrivare alle 200 unità, a cui si andranno ad aggiungere ulteriori 50 risorse esterne. Dal punto di vista dell’approvvigionamento, è stato emesso a giugno 2016, in anticipo di circa un anno, l’ordine per l’acquisto e l’installazione dell’impianto per la produzione di idrogeno, uno dei sistemi principali per lo sviluppo della seconda fase del progetto. Ad oggi, gli investimenti superano gli 80 milioni di euro, includendo le somme spese e gli impegni già assunti. Il 15 settembre 2016, inoltre, il ministero ha confermato la completezza della documentazione tecnica ricevuta e il conseguente avvio del procedimento Via/Aia con nomina del responsabile unico del provvedimento in relazione alla fase di riconversione che prevede l’utilizzo dello Steam Reforming e dell’impianto per il trattamento dell’olio di palma e delle materie prime di seconda generazione”.
Un incontro con Renzi. Intanto, l’amministrazione comunale, per il tramite del vice ministro allo sviluppo economico Teresa Bellanova, chiederà un incontro al premier Matteo Renzi. “Vogliamo rassicurazioni sul polo del gas naturale liquefatto – dice il sindaco – e il vice ministro Belladonna ha espresso il suo favore all’incontro con il presidente del consiglio. Questo succede quando si lavora senza fare polemiche”. Al vertice romano ha partecipato il presidente della regione Rosario Crocetta che, a sua volta, ha ribadito la conclusione dell’iter procedimentale per le bonifiche dell’ex area Isaf, rimasto fermo al palo.