Gela. Per la procura, come ribadito questa mattina davanti al gup, deve andare a processo. Conclusioni che hanno riguardato l’ambulante quarantacinquenne Davide Ascia, che ha diversi precedenti penali ed è attualmente detenuto per altri fatti. E’ accusato di aver appiccato il fuoco ad un’abitazione, tra le vie del centro storico. Avrebbe agito, secondo le contestazioni, per “futili motivi”. Si sarebbe trattato di una ritorsione ai danni di un conoscente, che viveva nell’immobile.
Non gli avrebbe concesso ospitalità, nonostante gliela avesse richiesta. Una vicenda che secondo il difensore dell’imputato, l’avvocato Rosario Prudenti, non è per nulla chiara. Non ci sarebbero elementi certi che riconducano ad Ascia. Si è opposto al rinvio a giudizio. L’ambulante accusato del rogo, in fase di indagine, respinse le contestazioni anche se gli inquirenti sono certi che ad agire sarebbe stato proprio lui. In base a quanto accertato dagli investigatori, avrebbe approfittato dell’assenza di chi viveva nell’abitazione: forzò la porta d’ingresso, per poi appiccare l’incendio.