Gela. Le segnalazioni e le denunce pubbliche sulla mancata attuazione del piano di gestione, che tocca l’intero risanamento del territorio locale, si sono susseguite nel tempo. Il responsabile della Riserva Biviere Emilio Giudice, che ha la piena competenza in materia, da anni indica la necessità che le istituzioni regionali e locali si adeguino. Ora, la procedura di infrazione dell’Ue è in pieno corso e la Regione ha attivato tutti i referenti degli enti che gestiscono le aree protette siciliane. Sotto infrazione c’è anche la mancata attuazione del piano di gestione locale. Un primo incontro, a Palermo, si è già tenuto. La prossima settimana, ne seguirà un altro. Il dipartimento ambiente sta cercando di individuare soluzioni e ha già chiesto un supporto ai responsabili delle aree protette. “C’è il forte rischio che la Regione debba pagare ingenti sanzioni economiche imposte dall’Europa – spiega Giudice – da anni, spieghiamo che i piani di gestione devono trovare piena attuazione. Inevitabilmente, si andrà verso una revisione in senso ancora più restrittivo. Le istituzioni locali, ad oggi, non hanno compreso il senso di quello che dico da anni. La procedura di infrazione è partita nel 2015 ma adesso l’Unione europea è pronta ad imporre pesanti sanzioni economiche che sarà la Regione a dover pagare”. Giudice da oltre vent’anni si occupa di questi strumenti e delle aree protette e sottoposte a tutela In tanti atti ufficiali ha indicato il mancato rispetto del piano di gestione. Negli uffici regionali, sembrano maturare pesanti preoccupazioni anche rispetto ad un’eventuale procedura della Corte dei Conti, che potrebbe richiedere spiegazioni. La prossima settimana, nel corso della riunione già convocata, si dovrebbe delineare la possibile strategia da adottare. “Non ci sono alternative – aggiunge Giudice – i piani di gestione vanno attuati e non si può andare avanti a suon di infrazioni. Anche gli organismi tecnici dovrebbero iniziare a capire che la valutazione di impatto non corrisponde all’attuazione piena del piano di gestione”. Quello del territorio locale risale al 2009 ma ad oggi è stato solo occasionalmente preso in esame dalle istituzioni. “Non c’è mai stata una pianificazione per progetti di qualità, che non incidano sull’ambiente – dice ancora Giudice – temo che la situazione per il nostro territorio sarà un disastro. Ci sono troppe infrazioni. Uno degli esempi lampanti è quello dell’area Nord2 dell’ex Asi. Spero che la Regione non perseveri negli errori. Non vorrei che ci venisse chiesto di dare un supporto per rafforzare i piani di gestione e assicurarne l’attuazione ma con gli uffici regionali che intanto persisteranno nelle violazioni”. I vincoli e il piano di gestione sono punti principali in un percorso che avrebbe dovuto condurre ad un costante processo di riqualificazione del territorio locale, che nel passato è stato toccato dai pesanti effetti dell’industrializzazione. “Invece ad impatti si aggiungono altri impatti – spiega ancora il responsabile della Riserva Biviere – i progetti vengono autorizzati pur non essendo in conformità al piano di gestione. Prima o poi bisognerà dare spiegazioni e purtroppo il rischio di sanzioni è assai elevato”. Giudice, anche rispetto ad “Argo-Cassiopea”, investimento strategico per le riserve nazionali di gas, nei pareri rilasciati ha ribadito la centralità del piano di gestione.
“La Regione ci chiede un supporto – conclude – che come sempre accade dovremmo dare da soli e senza risorse di personale. I piani di gestione sono stati varati senza i relativi regolamenti e questo ha inciso molto”. Dalla prossima settimana, riparte il tavolo in Regione. L’assessore e il direttore generale attendono che dai territori arrivino soluzioni. I governi che si sono susseguiti avrebbe dovuto individuarle e attuarle, già anni addietro.