Gela. E’ barricata in una casa rurale con i suoi 64 meticci.
Le associazioni animaliste le avrebbero voltato le spalle come l’amministrazione comunale, dopo che aveva accettato di adottare otto cuccioli. “Trenta cani andrebbero sterilizzati ma il centro non è mai entrato in funzione. Quei cani sono diventati l’unico scopo della sua vita. Adesso però, non basta più il sacrificio. Per Jessica Platania pensare di garantire da sola il mantenimento è utopia. Vive in compagnia di Matteo Carmigliani: giovane disoccupato. “I cani sono diventati troppi – spiega la donna – Continuerò a curarli fino alla fine. Le persone non smettono di abbandonare cani randagi dentro la mia proprietà. Non posso buttarli. Cerco di accudirli. Spero solo in un aiuto da parte dell’amministrazione comunale. Vorrei realizzare un centro di accoglienza per i quattro zampe”. Attualmente la donna non riesce a comprare nemmeno gli alimenti necessari al suo mantenimento. La casa rurale in contrada Roccazzelle è priva di energia elettrica. “Dispongo di un generatore di corrente per non rimanere completamente al buio la sera – aggiunge Platania – Posso farne a meno. E’ più difficile garantire le cure ai cani ammalati. Sette sono affetti da lesmaniosialtri sei dalla rogna. MI aiutano i veterinari Salvatore Villareale e Massimo Messina e 50 dei 64 meticci dispongono di microchip identificativo”. Il centro di ricovero è risultato idoneo anche alla visita ispettiva dei carabinieri dei Nas, avvenuta a dicembre 2013. “Mi contestarono solo l’assenza di microchip in alcuni cani – aggiunge Jessica Platania – Nessuna contestazione per le condizioni dei meticci che custodisco e nemmeno per la pulizia. L’area si presta. Abbiamo anche un pozzo per l’acqua”.