Gela. Ad inizio ottobre, i giudici del Tribunale amministrativo di Palermo valuteranno il caso di ventisei ex proprietari dei terreni espropriati per far posto ai cantieri del polo Agroverde. Gli ex proprietari si rivolgono al Tar. Lavori partiti ma subito dopo rimasti al palo. Da oltre tre anni, si cerca una soluzione che, allo stato attuale, appare decisamente lontana. Così, gli ex proprietari dei terreni ricompresi tra le contrade Cappelania, Tenuta Bruca e Sant’Antonio hanno scelto di rivolgersi alla giustizia amministrativa. Per il tramite dei legali Angelo Cascino, Guglielmo Piazza e Giuseppe Lopresti contestano non solo le procedure di esproprio ma anche la legittimità delle autorizzazioni rilasciate al gruppo Agroverde. Non a caso, i legali mirano anzitutto ad un provvedimento che possa sospendere l’efficacia delle autorizzazioni, regionali ma anche comunali. Di recente, proprio dagli uffici della Regione, è arrivata una proroga dell’autorizzazione rilasciata. I legali hanno deciso di portare in giudizio non solo il Comune ma l’assessorato regionale e la cooperativa Agroverde. Addirittura, si fa leva sulla presunta falsità di alcuni passaggi preliminari al rilascio dell’autorizzazione. Nel corso di una conferenza di servizi del maggio di tre anni fa, si sarebbe fatto riferimento alla “disponibilità dei suoli da parte della società Agroverde, essendo già concluse le procedure espropriative”. In base al ricorso presentato dagli ex proprietari, si tratterebbe di una conclusione priva di fondamento. A quella data, infatti, non ci sarebbe mai stata una procedura d’esproprio conclusa. Decine di ex proprietari, da tempo, attendono di ricevere quanto previsto a seguito della rinuncia ai loro terreni. Il sindaco Domenico Messinese e il suo vice Simone Sicialiano, in più occasioni, hanno ribadito la volontà dell’amministrazione di non rinunciare al progetto del maxi polo agro fotovoltaico. I tempi, però, sono diventati biblici e il silenzio la fa da padrone.