Gela. Un tavolo istituzionale, in prefettura, per riprendere le redini dell’area di crisi complessa, a partire dagli ammortizzatori sociali previsti per i lavoratori rimasti fuori dal ciclo produttivo. Questa mattina, c’è stato un primo momento di verifica, in presenza delle organizzazioni sindacali che chiedono di avere riscontri. L’iniziativa l’aveva già preannunciata il segretario provinciale dei metalmeccanici della Fiom Orazio Gauci, in pieno coordinamento con la segreteria confederale retta da Rosanna Moncada. Sull’area di crisi e su ciò che venne stabilito con il protocollo d’intesa del 2014, la linea sindacale è univoca, come dimostra la presenza dei segretari dei metalmeccanici di Fim e Uilm, Alessio Pistritto e Nicola Calabrese. Proprio il sindacato aveva segnalato le misure in scadenza per i lavoratori delle aree di crisi, con particolare attenzione al polo locale. La prefettura ha dato piena disponibilità. Il prefetto Chiara Armenia è pronta a confrontarsi con le parti sociali. L’intenzione è di non lasciare indietro nessun lavoratore, in una fase molto difficile. Nel sito Eni, sono in dirittura d’arrivo due importanti investimenti che dovrebbero assicurare occupazione, quello per il gas “Argo-Cassiopea” e il sistema biojet destinato ai carburanti per l’aviazione. La prossima settimana dovrebbe tenersi una riunione con tutte le parti del protocollo d’intesa.
Sindacati, Sicindustria e l’amministrazione comunale, inizieranno a valutare le prospettive più immediate. E’ inevitabile che anche la politica debba avere un ruolo. In Senato, a fine febbraio, la maggioranza di governo ha cambiato rotta, approvando emendamenti al decreto “Ilva” che riattivano la mobilità in deroga per i lavoratori delle aree di crisi siciliane, Gela e Termini Imerese. Era stata inizialmente bocciata la proposta del Movimento cinquestelle, sostenuta anzitutto dai senatori locali, Pietro Lorefice e Ketty Damante.