Gela. Sulla decisione, domani, potranno esserci indicazioni certe. La procura generale, in appello, ha comunque chiesto la conferma di tutte le condanne, che un anno fa furono pronunciate dal gup del tribunale di Gela, in abbreviato. I cinque imputati sono accusati di essere stati attivi in un traffico di droga. Tra questi, c’è Giuseppe Domicoli, poche settimane fa arrestato per i fatti del blitz “Hybris”, sempre condotto per bloccare l’affare della droga. In primo grado, per lui, fu irrogata la pena di sette anni e dieci mesi di detenzione. Per gli investigatori, era il contatto di riferimento anche per chi volesse acquistare droga in città. Furono monitorati incontri con pusher, soprattutto della zona ragusana. C’era chi arrivava per l’acquisto di più partite di sostanze stupefacenti. Domicoli (difeso dai legale Giacomo Ventura e Davide Limoncello) deve rispondere alle contestazioni più pesanti.
Sempre in primo grado, venne decisa la pena di sei anni di reclusione per Angelo Mangiavillano, un agrigentino considerato pienamente inserito nel giro di droga. Quattro anni e quattro mesi ad Antonio Lo Presti, quattro anni e tre mesi per Vincenzo Frasca, quattro anni e due mesi a Bruno Di Stefano, tutti indicati come contatti ragusani per piazzare la droga. Nel corso dell’attività di verifica, ci furono interventi dei carabinieri, con sequestri. Sono tante le conversazioni telefoniche intercettate. Pare che i coinvolti fossero spesso in contatto, pur cercando di utilizzare un linguaggio criptico che non facesse risalire ai rapporti per la droga. Domicoli, secondo gli inquirenti, si sarebbe servito di un’attività commerciale, in via Cascino, in parte come copertura. Contestazioni sempre respinte da tutti gli imputati.