Dossier sul Pef rifiuti, Di Stefano: “Errori e costi eccessivi, controlli oppure non si vota”

 
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Terenziano Di Stefano

Gela. Il piano economico finanziario sul servizio rifiuti, la scorsa settimana validato dalla Srr4, ormai è evidente sarà una prova politica per il sindaco Lucio Greco e per il gruppo che lo sostiene. I numeri in consiglio comunale sono tutt’altro che scontati. Tra i banchi d’opposizione, sono tanti i consiglieri che pongono dubbi intorno al documento finanziario e all’intera gestione del capitolo rifiuti. Sul Pef una disamina molto approfondita l’hanno condotta i civici di “Una Buona Idea”. L’ex assessore Terenziano Di Stefano, che continua a seguire l’intero andamento delle vicende comunali, ha prodotto una vera e propria relazione sul tema e le conclusioni amministrative le ritiene fin troppo “superficiali”. “Noi vogliamo dare un nuovo servizio rifiuti alla città, finalmente più efficiente – dice – non è ammissibile che si continui in proroga e con risultati del tutto insoddisfacenti. Però, il Pef, così come definito, non può essere votato. Prima, dovranno esserci risposte ai nostri quesiti”. L’ex numero due della giunta tocca subito i primi aspetti. “Pensiamo che la competenza del consiglio comunale sia veramente fuori da ogni riferimento normativo. Basta leggere una delle delibere di Arera che se ne occupa – dice – non si fa richiamo ad una decisione del consiglio comunale sul Pef. Invece, l’amministrazione comunale persegue una linea che tende a mettere sotto pressione il consiglio, eventualmente per attribuirgli la possibile colpa di una mancata approvazione. Questo non lo consentiremo”. Più nel dettaglio, la relazione sulla quale ha lavorato Di Stefano, insieme al gruppo e ad esperti del settore, pone altre questioni che sono considerate dirimenti. “Non capiamo perché ci sia già la corsa per approvarlo in una sorta di situazione d’emergenza, visto che la scadenza è fissata al 30 aprile – dice ancora – c’è da considerare, inoltre, che già Arera, due anni fa, disponeva la redazione di un Pef pluriennale, con possibilità di modifica biennale, ma solo per il costo del servizio. Invece, è stato strutturato un Pef del tutto differente. Allora, vogliamo capire se la comunicazione ad Arera è stata inoltrata. Dov’è la nota? Riteniamo che vada verificata e prodotta”. Come è inevitabile, i dubbi più consistenti si muovono intorno ai costi, per un piano economico finanziario che vale oltre sedici milioni di euro (il servizio è stimato intorno ai nove milioni di euro mentre il resto è dovuto al capitolo dei crediti di dubbia esigibilità e ad altri oneri).

“E’ un costo complessivo che può essere sgravato notevolmente – continua Di Stefano – si può rientrare nella copertura dei tredici milioni di euro del Pef 2021. Effettuando verifiche, abbiamo individuato cose lampanti. Non si può calare per intero il Pef con il servizio in house di Impianti Srr, perché almeno fino a maggio ci sarà ancora quello di Tekra, con le relative tariffe. I numeri del nuovo Pef dovrebbero partire dal prossimo maggio e calcoliamo che sia almeno un milione di euro in meno. Da gennaio e fino al prossimo giugno non si pagherà il costo del conferimento in discarica e quindi c’è un’altra riduzione di almeno trecentomila euro. I crediti di dubbia esigibilità non vanno inseriti e sono almeno altri trecentomila euro in meno. Nel Pef 2021 e in quello 2022 si prevedevano costi per il conferimento in discarica, che non sono stati pagati perché non c’erano oneri per conferire. E’ almeno un altro milione in meno. La gente ha comunque pagato e non si può avere un utile dal Pef. Si deve andare in pareggio. Con questi calcoli i tredici milioni si trovano dal Pef 2021 e senza variazione di bilancio. Rientra nelle stesse cifre. C’è la copertura finanziaria. Il prossimo anno, eventualmente, la questione cambierà ma per ora dobbiamo pensare a non gravare sui cittadini che hanno tante spese da sostenere. Spetta a chi governa cercare la soluzione. Queste sono le nostre proposte”. Di Stefano conferma che l’attuale Pef che arriverà in aula “non può essere votato perché ci sono troppi errori”. “Noi siamo pronti ad un confronto – aggiunge – solo se verranno accettate le nostre richieste di verifica. Non diciamo di avere ragione ma valutiamo carte alla mano. Il contratto attuativo con Impianti Srr poteva già essere sottoscritto a dicembre dello scorso anno e non capiamo perchè non sia accaduto. La copertura c’è. Non sono ammissibili scuse, soprattutto dalla politica che non riesce ad imporre la linea”. Il gruppo di “Una Buona Idea”, con il dossier sul quale ha lavorato Di Stefano, pone condizioni precise. Viene escluso un problema di copertura finanziaria. “Non esisteva già nel 2022 – scrive l’ex vicesindaco nella sua relazione – è una scusa per ritardare il nuovo servizio lasciando operare in proroga Tekra e scaricando la colpa sul consiglio comunale mentre la città è in condizioni pietose”.

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