Rinnovata la convenzione tra Asp ed Rsa Caposoprano, rimane il nodo dei pagamenti sospesi

 
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Gela. Ci sono voluti trenta mesi per dare il via libera ai pagamenti dei servizi resi dalla Residenza sanitaria assistita (Rsa) “Caposoprano residence”.

La struttura non aveva mai ottenuto le spettanze delle attività erogate dal 2014, in rispetto al contratto sottoscritto dall’Azienda sanitaria provinciale (Asp) di Caltanissetta per l’assegnazione di prestazioni sanitarie. Si finisce cosi una controversia giudiziaria tra la rsa “Caposoprano residence” e l’Asp CL2 iniziata con l’avvio di un procedimento giudiziario da parte della Guardia di finanza su presunte irregolarità che avrebbero pregiudicato la valutazione per il rilascio dell’assegnazione di 38 posti letto, dei 58 accreditati dalla Regione, per l’assistenza di anziani non autosufficienti e disabili. A regolarizzare la situazione, almeno da maggio dell’anno ancora in corso, è stato il management dell’Asp nissena, diretto da Carmelo Iacono. Il direttore generale, su proposta del dirigente del Distretto sanitario di Gela, ha deliberato i nuovi criteri di contrattualizzazione che consente alla società Sst, titolare della “Caposoprano residence”, di garantire una fornitura di prestazioni sanitarie con un budget annuale di oltre un milione e mezzo di euro, con esattezza: 1.550.666. L’unica clausola che i vertici della Rsa Caposoprano dovranno rispettare sarà la presentazione di una fidejussione “calcolata sul valore effettivo del budget assegnato”. La delibera, naturalmente, ha fatto leva su particolari aspetti. Come evidenziato dal management dell’Asp, infatti, “è ancora in corso il procedimento avviato dalle forze dell’ordine anche se il pubblico ministero non ha ancora esercitato alcuna azione penale nei confronti della Rsa Caposoprano”. Si è tenuto conto anche “dell’elevata tensione sociale legata al mancato pagamento delle spettanze salariali ai dipendenti”, che dal 2014 garantiscono tutti i servizi richiesti. A supporto della delibera sottoscritta prima di Ferragosto, che definisce il contratto per la fornitura dei 38 posti letto e delle relative prestazioni sanitarie, le relazioni prodotte dalle commissioni di verifica chiamate in causa dall’assessorato regionale alla Sanità. Infatti, le prescrizioni evidenziate dai tecnici della Regione sono state regolarizzate dalla struttura entro i tempi necessari imposti per non incorrere alla revoca della convenzione. Un tavolo tecnico era stato convocato l’8 aprile dello scorso anno presso l’assessorato alla Salute che ha coordinato tutte le indagini.

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