Soldi prelevati dai conti dei clienti della banca, arriva la prescrizione per il dipendente finito a processo

 
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Gela. Condannato in primo grado, assolto in appello. Un verdetto, quello dell’assoluzione per la pervenuta prescrizione dei reati contestati, confermato anche dalla Corte di Cassazione. I presunti ammanchi nei conti corrente. Sono state pubblicate, infatti, le motivazioni che hanno indotto i giudici romani a confermare la sentenza emessa nei confronti di un dipendente di banca, all’epoca dei fatti in servizio per conto della filiale locale della Banca di credito cooperativo Toniolo. In primo grado, venne condannato con le accuse di appropriazione indebita e truffa. In base alle indagini, avrebbe prelevato senza autorizzazione denaro dai conti corrente di alcuni clienti dell’istituto di credito. Accuse sempre negate dal dipendente e dalla sua difesa che, invece, misero in luce le contraddizioni della ricostruzione investigativa. I conti finiti al centro delle verifiche, infatti, non sarebbero mai stati caratterizzati da movimenti di denaro. I giudici della Corte di appello di Caltanissetta, però, decisero l’assoluzione dell’imputato, ritenendo oramai prescritte le contestazioni. Un verdetto che è stato comunque impugnato. L’imputato e la sua difesa, infatti, puntavano ad una sentenza di assoluzione che accertasse la totale estraneità ai fatti. Il ricorso presentato in Cassazione, però, è stato respinto e i magistrati romani hanno confermato la decisione emessa dai giudici della Corte di appello di Caltanissetta. 

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