Gela. Uno psichiatra del Centro di Salute Mentale del Distretto Sanitario nisseno è stato aggredito verbalmente da un paziente.
Per sedare gli animi si è rivelato indispensabile l’intervento dei Carabinieri. Matteo Mazzariol, sarebbe stato aggredito verbalmente da una paziente e dal marito di quest’ultima. Quella di ieri è la terza aggressione ad un medico dell’Azienda sanitaria provinciale di Caltanissetta diretta da Carmelo Iacono che aveva condannato questi episodi di violenza usando parole di amarezza. Prima dello psichiatra era toccato al medico del Pronto soccorso, Gabriele Lupica. Due pazienti lo avevano strattonato e colpito ripetutamente contestando i tempi di attesa. Per sedare gli animi si era reso necessario l’intervento degli agenti del locale commissariato di Polizia. Un mese prima era stato aggredito il dirigente dell’unità operativa di Oncologia, Roberto Valenza. Era stato preso di mira dal familiare di un paziente deceduto dopo una lunga degenza.
Le organizzazioni sindacali di categoria di Cgil, Cisl e Uil hanno condannato il gesto evidenziando la carenza di personale che investe sia il Distretto sanitario che il presidio ospedaliero “Vittorio Emanuele”.
Al Centro di Salute Mentale operano tre dei cinque medici previsti in organico. Uno di questi lascerà la struttura di via Madonna del Rosario a settembre, per trasferirsi altrove. “Mi impegnerò ad aggiornare il protocollo sulla sicurezza – spiega Salvatore Russello, segretario provinciale della Cisl – In sintonia alle altre segreterie sindacali abbiamo avviato uno studio per definire le procedure da adottare in caso di emergenza davanti a pazienti particolari. Diversificheremo i pazienti in Tso (Trattamento sanitario obbligatorio), dove in casi estremi si ricorre anche alle cinture particolari. Dobbiamo mettere in sicurezza questi pazienti prima di pensare alle terapie. Potrebbero avere addosso anche oggetti pericolosi”. Il dirigente del Pronto soccorso, Gaetano Orlando, e il direttore del presidio ospedaliero, Luciano Fiorella, avevano sollecitato anche la collaborazione delle forze dell’ordine. “Non è assolutamente tollerabile che il professionista di guardia debba “contrattare” con i parenti modi e tempi del trattamento medico – dice Orlando -, subendo spesso l’atteggiamento intollerante e minatorio degli stessi. Ciò a discapito della serenità e dell’efficienza sul posto di lavoro. Per questo si reputa indispensabile ed indifferibile la massima collaborazione di tutte le Autorità preposte”.