Unità neonatale, un reparto “fantasma”: mancano ancora medici ed infermieri

 
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Gela. A distanza di cinque anni dall’istituzione dell’Unità di terapia intensiva neonatale (Utin) presso l’ospedale “Vittorio Emanuele” si torna a parlare di inaugurazione della struttura.

I macchinari erano stati acquistati ma per avviarla bisogna indicare i locali e occorrono ancora dai 15 a 18 medici e altrettanti infermieri. A parlare della carenza del personale è stato Carmelo Iacono, neo direttore generale dell’Asp nissena, intervenuto a Palermo alla presenza di Giuseppe Di Giacomo, presidente della sesta commissione Sanità all’Assemblea regionale siciliana (Ars). Contestualmente, il deputato Pino Federico, ha presentato un’interrogazione all’Ars al fine di “sollecitare una verifica delle cause che hanno determinato tali gravi ritardi nell’apertura del servizio ed individuare le eventuali responsabilità”.

Il manager dell’Asp, dal canto suo, si è detto pronto anche a finanziare l’acquisto degli arredi pur di accelerare l’iter di avvio dell’Utin di via Palazzi. L’audizione segue il decesso della piccola Nicole avvenuto giovedì scorso in un’ambulanza durante il trasferimento dalla casa di cura Giibino di Catania all’Utin dell’ospedale di Ragusa, ordinato dai medici per la mancanza di posti letto. A Palermo non è stata fatta luce sul ricovero dei macchinari acquistati ma mai entrati in funzione. Sulla vicenda erano intervenuti i componenti del Comitato per lo sviluppo dell’area gelese (Csag) retto da Filippo Franzone, fautore dell’audizione all’Ars. “Temiamo che anche in città possa verificarsi una tragedia simile a quella vissuta a Catania – dice Franzone – considerato che l’attivazione dell’unità di Ostetricia e ginecologia è rimasta solo sulla carta. Di fatto assistiamo da sempre ad una continua migrazione delle partorienti verso altri presidi ospedalieri. Un aspetto che si ripercuote negativamente sulle casse dell’Asp nissena e crea disagi alle pazienti e alle loro famiglie. Il nostro territorio è stato indicato quale sede per l’Utin proprio per la particolare incidenza delle nascite e per il triste primato di malformazioni neonatali. Allo stato attuale – sottolinea Franzone – i gelesi per raggiungere le Utin più vicine devono percorrere oltre 80 chilometri considerato che sono dislocate ad Enna ed Agrigento”.

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