Gela. Per la procura, che ha chiesto condanne ad un anno e mezzo di reclusione, c’erano tutti gli estremi dell’istigazione a delinquere. Il gup ha però emesso due assoluzioni. Gli imputati, utenti del social facebook, erano accusati, in abbreviato, di aver postato dei commenti al video del tentato omicidio nella stazione di servizio “Gb oil”, risalente a tre anni fa. Un campano e un calabrese si lasciarono andare a post piuttosto espliciti, secondo l’accusa sostenendo l’azione di chi sparò. Per quei fatti, Paolo Quinto Di Giacomo è stato condannato la scorsa settimana anche in appello, con una pena ridotta a sei anni di detenzione. Nei commenti, si leggeva, tra le altre cose, “io arrivo e lo sparo. Semplice. Se non mi tutela la legge mi tutelo da solo” oppure “tocchi mia sorella e vuoi ancora avere ragione? La prossima volta se ricapita spara all’altezza dei bronchi” e ancora “ci dovevano essere pure gli altri così non vanno a rompere i c…”. Tutte espressioni che secondo i pm della procura erano volte a giustificare il duplice tentato omicidio (vennero feriti due licatesi), che dagli inquirenti fu subito considerato come un fatto molto grave. Per uno degli imputati era già stato deciso il non luogo a procedere. Per gli altri due, questa mattina, il gup ha emesso l’assoluzione, con la formula “perché il fatto non sussiste”.
Le difese, rappresentate dagli avvocati Vittorio Giardino e Giuseppe Marletta, hanno confermato che quei commenti non avrebbero in alcun modo potuto arrecare pericoli concreti, anche perché gli imputati vivono in altre Regioni. Secondo questa linea, non ci sarebbe mai potuto essere un supporto pratico da parte dei due imputati. Furono i carabinieri a risalire alla loro identità. Pare che molti altri webnauti, iscritti al social, commentarono postando frasi a sostegno di chi sparò, ma non tutti sono stati individuati.