Gela. Condannato a due anni e mezzo di reclusione con l’accusa di essere dietro ad un maxi furto di potenti moto e minimoto, messo a segno nel dicembre di cinque anni fa all’interno dell’ex concessionaria Bordieri di via Venezia.
La ricostruzione del furto. Adesso, la difesa del ventiseienne Nunzio Di Noto ha scelto di impugnare quel verdetto di condanna. Il caso, quindi, verrà nuovamente trattato dai giudici della Corte di appello di Caltanissetta. E’ stato il suo legale di fiducia, l’avvocato Francesco Enia, a depositare il ricorso con il quale si contesta l’intero contenuto della motivazione che ha condotto, in primo grado, alla condanna del ventiseienne. Si risalì all’imputato dopo l’analisi di alcune impronte rilevate all’interno dell’attività commerciale presa di mira. In totale, stando agli investigatori, il colpo fruttò circa 120 mila euro. La difesa del giovane, però, ha sempre contestato l’esito delle verifiche sulle impronte digitali e, soprattutto, la riconducibilità allo stesso Di Noto che ha escluso di aver preso parte all’azione. Proprio la difesa, non a caso, ha premuto sul fatto che le impronte digitali ritrovate sul posto e riconducibili al giovane fossero da legare ad alcune sue visite, prima del furto, in quella stessa concessionaria con l’obiettivo di avviare le pratiche d’acquisto di un motociclo. Non ci sarebbero mai stati dati certi, inoltre, circa l’effettiva presenza del ventiseienne la notte del maxi furto e sarebbero mancati approfonditi accertamenti sul funzionamento del sistema d’allarme e di videosorveglianza.I ladri si impadronirono, in poche ore, di potenti moto Bmw, Kawasaki e Mv Agusta oltre a tutte le chiavi d’accensione presenti negli uffici della rivendita.