Gela. Poche risorse economiche per coprire tutti i costi della ristrutturazione e la volontà di evitare qualsiasi speculazione.
Troppi costi. Così, i componenti locali dell’associazione Libera, da alcuni anni impegnati in città sul fronte antimafia, hanno scelto di dire no all’assegnazione di un immobile che l’ente comunale aveva stabilito di concedergli. “Noi ci autofinanziamo – spiega il responsabile locale Giuseppe Spata – i costi erano eccessivi per rimettere a nuovo l’immobile. Inoltre, abbiamo scelto di evitare qualsiasi polemica, dato il periodo, e di rinunciare”.
Rimane in stand by il progetto Spesa amica. Così, almeno per ora, è saltato il progetto ribattezzato Spesa amica che avrebbe dovuto assicurare sostegno alimentare alle famiglie più in difficoltà. “E’ un progetto al quale pensiamo da tempo – ammette lo stesso Spata – a queste condizioni, però, non saremmo riusciti a sostenerlo anche perché la nostra azione non ha nulla a che vedere con fini commerciali”. Gli esponenti di Libera, quindi, per le loro attività, hanno scelto di rimanere in una delle stanze attigue alla chiesa di Santa Lucia, nella zona di contrada Scavone, messagli a disposizione da don Luigi Petralia, tra i fondatori del gruppo locale di Libera. “Va bene così – conclude Spata – peraltro, da alcuni mesi, la condividiamo con un senza tetto che ha trovato ospitalità nella chiesa”.