Gela. Nei mesi non ci sono state molte novità sul destino del progetto per l’impianto rifiuti della Sicilia occidentale. Era stato preannunciato dall’ex governo Musumeci e confermato da quello Schifani. In città, la mobilitazione contro l’inceneritore da oltre 600 milioni di euro è in atto da tempo ed è sorto un comitato, che ha appena annunciato di aver scritto alle autorità europee, alla presidenza della Repubblica e a quella del consiglio, alla Regione ma anche alla deputazione del territorio. “Le oltre tremila firme raccolte testimoniano un diffuso dissenso verso un’ipotesi che trova falle da qualunque aspetto la si voglia leggere, soprattutto nell’assurda collocazione geografica, ed espone il territorio a nuove e vecchie criticità che impediscono quel desiderio, quella volontà ed anche la necessità di cambiamento più volte ipotizzate e persino promesse in qualche caso nelle meravigliose proposte elettorali che finora non solo non hanno avuto alcun riscontro, ma, con questa proposta, si azzoppano definitivamente”, spiegano Paolo Scicolone, Eugenio Catania e Nicolò Di Stefano, che danno parte del comitato locale.
Il comitato nella lettera ricorda che sulla città e sul circondario esistono accordi sottoscritti dai vari attori istituzionali e dall’Eni, che prevedono azioni da compiere sul territorio, tra queste le bonifiche, che finora mancano. “La fragilità della nostra area, siamo stati riconosciuti come area ad elevato rischio ambientale, e i disastri compiuti sono certificati da documenti pubblici, da dichiarazioni politiche, da numeri impietosi, circa 450 bambini nati malformati ed incidenza sopra la media di vari tipi di tumore, riportati dettagliatamente nella lettera, che ancora non hanno generato alcuna reazione positiva e propositiva”, concludono. Il comitato adesso si attende risposte dalle autorità e dalla politica.
Ma capite la differenza tra inceneritori e termovalorizzatori???? A quanto pare no. Prima di parlare, scrivere, protestare, informatevi accendete il cervello e provate a capire.