Gela. La condanna per Majch Vella diventa definitiva mentre i giudici d’appello dovranno nuovamente ritornare su quella disposta per Salvatore Graziano Biundo. La decisione è stata emessa dalla Cassazione, sui ricorsi proposti dalle difese dei due imputati in passato coinvolti nell’inchiesta “Mutata arma”. I magistrati capitolini hanno rilasciato il dispositivo. Non è stato accolto il ricorso di Vella, rappresentato dal legale Giuseppe Fiorenza. Nei suoi confronti la condanna era a dieci anni e quattro mesi di reclusione. Per la procura generale, il ricorso era da accogliere, anzitutto rispetto all’aggravante mafiosa. C’era già stato un primo annullamento. La Cassazione però ha sostanzialmente confermato quanto aveva già deciso. Secondo gli inquirenti, c’era chi avrebbe dato la disponibilità di armi alla famiglia Rinzivillo. Per il legale di difesa, l’aggravante mafiosa era da escludere non essendocene i presupposti.
Il ricorso rivolto ai giudici capitolini è stato formalizzato anche dalla difesa di Biundo, coinvolto poi in successive indagini. Nei suoi confronti era già venuta meno l’aggravante mafiosa ma per la difesa erano da rivedere anche contestazioni residue per reati di droga, seppur di minore entità rispetto a quelle originariamente mosse. Il ricorso ha ottenuto il favore dei giudici, che hanno deciso l’annullamento con rinvio, ancora una volta alla Corte d’appello. L’avvocato Salvo Macrì, che assiste Biundo, ha insistito per l’accoglimento e così la posizione dell’imputato rimane l’unica a non essere stata definitivamente decisa. Dovrà passare ancora una volta dalla Corte d’appello. Dopo i precedenti annullamenti, i giudici nisseni avevano disposto la condanna a sei anni e undici mesi (rispetto all’iniziale pena di nove anni e due mesi).